Attualità

Buonsenso e monitoraggio: la ricetta per il Covid parte seconda

di Eleonora Ciaffoloni -


Fine delle vacanze estive, rientro al lavoro e riapertura delle scuole: l’autunno si sta riaffacciando all’orizzonte e, insieme ad esso, tornano le preoccupazioni sul Covid e sull’aumento dei contagi. È vero che, secondo i dati forniti dalle ultime rilevazioni sanitarie della sorveglianza dell’Iss, i casi sono in aumento: il sold out di Ferragosto nel nostro Paese, insieme alla definitiva fine delle restrizioni, hanno fatto risalire i numeri dei contagi. Eppure, non c’è da preoccuparsi per i danni che il virus potrebbe provocare, almeno non a come eravamo stati abituati negli anni passati. Del resto, dallo scorso 5 maggio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato ufficialmente la fine dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Certo, c’è da fare una distinzione: la fine decretata è quella, appunto, dell’”emergenza”. Non è finita la pandemia.

Il virus ancora circola, attraverso le proprie varianti – l’ultima quella “Pirola” -, e colpisce la popolazione con la classica sintomatologia. Venendo ai numeri, sono 14.863 (+28%) i nuovi casi di Coronavirus registrati nel nostro Paese nella settimana che va da giovedì 23 agosto a mercoledì 30 agosto 2023, come emerge dal nuovo bollettino settimanale del Ministero della Salute pubblicato venerdì primo settembre. Eppure, non ci sono motivi di preoccupazione e a predicare calma sul rialzo dei contagi sono in molti. A dirlo, in primis, è il presidente dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) Giorgio Palù: “Non c’è motivo di preoccupazione. I casi aumentano e forse aumenteranno ancora, sono comunque forme lievi, ma non crescono i ricoveri in ospedale”. Anche il direttore di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ritorna sul tema e sulle disposizioni di protezione per evitare il contagio.

La parola d’ordine è, ancora una volta, buonsenso. Lo è soprattutto in vista del ritorno a scuola, in concomitanza con la stagione fredda e le influenze stagionali che, come ogni anno, tornano a fare capolino. “Torniamo a insegnare che se uno studente la mattina ha mal di gola e ha avuto un po’ di febbre, magari va a scuola ma con la mascherina. La mette anche sul bus e in classe. E così anche i lavoratori” spiega Bassetti. “La linea deve essere rispetto per gli altri, senza imporre nulla”. Insomma, di nuove protezioni per tutti non sembra essercene la necessità, l’esempio lo fornisce ancora Bassetti: “l’idea che debba tornare la mascherina nei supermercati è sbagliata” dice, “mentre chi va in ospedale a trovare un parente non fa male a metterla, non solo per il Covid ma per qualsiasi altro microrganismo. Lavarsi le mani prima di andare a scuola e al ritorno, così anche chi va al lavoro, è una buona norma igienica. Non ci sono altre regole da seguire in questo periodo” conclude. Buonsenso che ritorna, insieme a un’altra parola chiave: monitoraggio. Perché i casi in aumento non fanno paura, ma la patologia resta e impatta in qualche modo sul Sistema Sanitario Nazionale – anche se per ora non vi sono ricadute dal punto di vista ospedaliero – e dal punto di vista delle conseguenze della malattia, infatti, rimangono a rischio gli anziani, i fragili e gli ospedalizzati.

VACCINI PER LE VARIANTI COVID: VIA LIBERA
Monitoraggio che segue anche la questione vaccini. Infatti, è arrivato il via libera dell’Agenzia europea del farmaco al vaccino Comirnaty adattato e mirato alla sottovariante Omicron XBB.1.5. Si tratta di un vaccino, specifica l’Ema, che “è strettamente correlato ad altre varianti attualmente in circolazione”, e dunque “si prevede che il vaccino contribuisca a mantenere una protezione ottimale contro il Covid causato da queste altre varianti”. Dalle direttive emanate dall’Agenzia emerge che il vaccino può essere utilizzato negli adulti e nei bambini a partire dai 6 mesi di età. Gli adulti e i bambini dai 5 anni in su che necessitano di vaccinazione dovrebbero ricevere una singola dose, indipendentemente dalla loro storia vaccinale contro il Covid. I bambini dai 6 mesi ai 4 anni possono ricevere una o tre dosi a seconda che abbiano completato un ciclo di vaccinazione primaria o abbiano avuto il Covid. Oltre alle direttive, arrivano anche i consigli per la vaccinazione, soprattutto in considerazione dell’aumento attuale – e con possibile incremento nelle prossime settimane – e in vista della stagione fredda. Secondo Gianni Rezza, già direttore della Prevenzione generale del ministero della Salute, la nuova dose di siero “è fortemente consigliata agli over-60 ed ai soggetti fragili per evitare il rischio di malattia grave, che per queste soggetti è concreto nonostante il virus SarsCoV2 ora preoccupi meno rispetto al passato”. Stesso consiglio che vale per il vaccino anti influenzale annuale e consiglio che deve essere ribadito anche per un altro fondamentale motivo. La novità del prossimo inverno, difatti, è quella della fine dell’isolamento per i soggetti positivi, che potranno quindi continuare le proprie attività anche da contagiati.


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