Campania, la sfida vera del voto. Cirielli all’attacco Urso: “Rimonta come nelle Marche”
La partita più incerta di queste Regionali si gioca in Campania. Qui, dove il centrosinistra parte avanti con Roberto Fico, il distacco sul candidato del centrodestra Edmondo Cirielli (nella foto) si è ridotto: dai 10 punti di fine ottobre ai 6, massimo 8, delle ultime rilevazioni.
La rimonta del centrodestra
È ancora vantaggio Fico, ma la rimonta del centrodestra esiste e i segnali sono visibili. A dirlo è stato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ieri a Napoli per presentare la legge sulle Pmi e sull’artigianato, insieme allo stesso Cirielli. “Nelle Marche accadde la stessa cosa: Acquaroli rimontò e spiazzò tutti i sondaggisti. Qui in Campania – afferma Urso – vedo lo stesso entusiasmo, la stessa determinazione. Ogni giorno cresce il consenso per Edmondo, per la sua capacità e per l’esperienza di governo che ha già dimostrato”.
La sfida è aperta
Un paragone tutt’altro che casuale: come allora il centrodestra punta a trasformare una sfida difficile in un colpo a sorpresa, facendo leva su un candidato conosciuto, radicato e percepito come “di governo”. Cirielli, viceministro agli Esteri, si presenta con una squadra definita “credibile e pronta”. E il suo messaggio è chiaro: «C’è una presa d’atto da parte dei cittadini che le cose non vanno. La sanità è in affanno, la disoccupazione resta altissima, la cultura d’impresa è stata abbandonata. Questa volta vogliamo cambiare davvero». Sul palco di Napoli, Cirielli ha rilanciato anche un’idea simbolica: riportare “la bottega a scuola”, cioè creare un ponte tra formazione e lavoro. “È incredibile che la Campania abbia restituito i fondi europei per la formazione giovanile invece di usarli per preparare i ragazzi a entrare nel mondo del lavoro. È stata una vergogna e nei primi cento giorni rimetteremo in moto quel progetto”, sottolinea.
Tutto pronto, astensione a parte
Nel frattempo, Fico deve gestire un campo largo in cui i rapporti con l’ex governatore Vincenzo De Luca restano formali, e con Clemente Mastella c’è il gelo, aprendo più fronti che alleanze. Tutto questo mentre la partecipazione resta il vero rebus: l’astensionismo potrebbe pesare più dei programmi.
Le mosse del centrodestra
Per questo il centrodestra gioca d’attacco: nei prossimi giorni arriveranno in Campania tutti i leader della coalizione, a partire da Giorgia Meloni, che guiderà il tour elettorale insieme a Salvini, Tajani, Lupi e De Poli. Obiettivo: portare alle urne chi oggi si dichiara indeciso. Il 18 novembre la coalizione si sposterà poi a Padova per il grande comizio al Pala Geox, dove verrà lanciata la volata a Alberto Stefani, candidato unitario del centrodestra in Veneto. Sul palco con la premier anche Zaia, che ha ribadito la necessità di un “election day” unico per tutte le elezioni: “Non si può votare ogni mese – dice -. Serve una data fissa, la seconda domenica di maggio”.
Il campo di “battaglia”
Se Veneto e Puglia sembrano destinati a confermare rispettivamente centrodestra e centrosinistra, la Campania resta l’ultimo vero campo di battaglia. È qui che Meloni e i suoi si giocano la possibilità di ribaltare un pronostico che sembrava scritto. Una sfida che vale più di una regione: è la misura del consenso reale del governo nel Sud. E se Cirielli dovesse davvero riuscire nella rimonta, come Acquaroli, non sarebbe solo una sorpresa statistica. Sarebbe il segnale che la geografia politica, anche nel Sud, non è più immutabile.
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