Caregiver, da invisibili a riconosciuti: lo Stato li mette al centro
Un contributo economico e nuovi diritti per chi ogni giorno si prende cura dei familiari non autosufficienti.
In Italia arriva una novità importante: il ruolo del caregiver familiare, cioè la persona che si prende cura ogni giorno di un parente anziano, malato o disabile, sarà finalmente riconosciuto come un vero lavoro. Fino ad oggi chi assisteva un familiare lo faceva senza tutele, senza stipendio e senza un riconoscimento ufficiale, pur svolgendo un compito fondamentale per la società. Ora lo Stato ha deciso di dare dignità a questo impegno.
Contributo economico e nuovi diritti
La riforma prevede un contributo fino a 1.200 euro a trimestre, erogato dall’INPS, per chi dedica la maggior parte del tempo all’assistenza. Il caregiver sarà identificato come la persona che garantisce almeno 91 ore di assistenza alla settimana, in pratica chi vive accanto al familiare e si occupa di lui in modo continuativo. Questa misura si collega alla storica Legge 104, che già tutelava i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari, ma che non aveva mai previsto un vero riconoscimento economico per chi si prende cura di loro.
Una svolta per milioni di italiani
In Italia ci sono circa 7 milioni di caregiver, spesso invisibili, che ogni giorno sostengono il sistema sanitario e sociale con il loro lavoro silenzioso. Con questa legge, il loro impegno non sarà più considerato un sacrificio privato, ma un servizio riconosciuto e sostenuto dallo Stato. Restano alcune sfide, come la disponibilità dei fondi e i criteri di accesso, ma il segnale è forte: chi si prende cura di un familiare non autosufficiente non è più solo, lo Stato riconosce il suo lavoro.
Ora la vera sfida sarà garantire che questo sostegno arrivi solo a chi ne ha davvero diritto, tenendo d’occhio i furbetti pronti ad approfittarne.
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