Economia

Salasso di fine mandato: ok alla casa green

di Giovanni Vasso -


Casa green ovvero preparatevi a mettere mano al portafogli. Non sarà subito, almeno non così presto come stabilito della prima bozza. Ma accadrà. Il parlamento europeo ha dato il via libera alla direttiva sulla casa green. Depotenziata, rispetto al progetto originale. Un compromesso che, però, non piace a nessuno. E che alle famiglie costerà, secondo le stime del Sole 24 Ore, una somma tra i 20 e i 55mila euro. Un salasso. Sempreché, sia chiaro, non si abiti in un edificio storico, magari uno di quei bei palazzi liberty che contornano la Ztl di ognuna delle nostre grandi città. Allora, in quel caso, si potrà godere di esenzioni. O lì, oppure se abitate in una caserma, in un obiettivo strategico militare o in una stalla. Altrimenti, chiunque non sarà a norma con le nuove categorie energetiche, dovrà indebitarsi per caldaie nuove, pannelli solari e via discorrendo. Per fortuna, gli eurodeputati hanno garantito un qualcerto lasso di tempo alle già stremate famiglie europee. Se il 2020 è l’anno zero, il 2050 sarà il tempo limite. Il trentennio sarà costellato di scadenze temporali per mettersi a norma. La direttiva è passata con 390 voti a favore e 199 contro, in mezzo 46 astenuti. Il centrodestra italiano, Fdi, Fi e Lega, s’è schierato contro. Il campo largo a favore: Pd, M5s, Avs e Italia Viva hanno detto sì. Il Ppe, che ha trasformato la balena bianca di democristiana memoria in un pachiderma immobile i cui arti vanno ognuno per i fatti suoi, s’è diviso dando a Verdi e sinistre europee un argomento da agitare ai loro elettori. Quelli della Ztl. Tutti gli altri, si preparino a metter mano al portafogli.


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