C’è chi dà il presente e il futuro e chi vuole tornare ai soviet, ma con reparto gaypride
Irricevibile l’osceno commento di Maria Zakharova, portavoce di SergeJ Lavrov, Ministro degli esteri russo, che dimostra tutta l’ignoranza della diplomazia di Putin nell’affrontare le crisi che lo stesso Presidente ha provocato. E dimostra quanto peso sia dato alla politica diplomatica da questo nazionalismo così aggressivo, sprezzante e per nulla patriottico, mai in grado di mostrare rispetto per le patrie altrui. E vista la nostalgia della superpotenza dei soviet non sarebbe strano che si sia già trovato un traditore alleato in casa nostra. Un po’ come Stalin si coltiv Togliatti fino a quando non venne il momento di consegnare il fronte orientale al Maresciallo Tito, con la conseguenza dell’esodo giuliano – dalmata negli anni successivi al 1944, del quale si pu parlare solo da pochi anni e che riguard la vita di 350.000 italiani. Con la differenza che oggi a poter essere tradita non è solo l’Italia ma l’intera europa, che soffre l’aggressione di Putin proprio sul suo fianco orientale. Sembra a chi scrive che la nostra sinistra quando si cerca di scegliere la linea politica, cosa che non è mai riuscita a fare, non trovi tanto il rigore dei fondamenti storici, che interessa solo alla destra, bensì il solito vuoto slogan dell’antifascismo da cavalcare, esattamente come Putin, che ha invaso e devastato l’Ucraina solo per zelo antifascista, come ama ripetere, con la sua consueta fragile eleganza diplomatica, la portavoce del suo ministro degli esteri. Il punto è che mai, dal punto di vista europeo, l’Ucraina è stata libera e democratica come con l’elezione, appunto libera e democratica, di Zelensky, che discutibile quanto si vuole, aveva il solo grave difetto di non essere un Maresciallo Tito. E il richiamo al tradimento, per una sinistra orfana di ideologie, internazionalismo, lotta armata come benedizione per la classe operaia e persino di rivoluzione è quasi irresistibile. Ed il neoimperialismo sovietico di Putin richiede traditori da chiamare all’appello con ogni mezzo, anche con le bassezze più incommentabili, come l’ironia sul crollo della Torre dei Conti, nel bel mezzo del restauro gestito dal comune di Roma e dal sindaco Gualtieri, che la storia la conosce e sovietico lo è sempre stato e sa quanto la propaganda possa indebolire quelli che considera suoi “nemici” perché partecipiamo alla politica europea di sostegno all’Ucraina, almeno come governo. E infatti fin dall’inizio la linea di Giorgia Meloni è stata fermissima sul sostegno a Kiev come buona parte delle nazioni europee. Il problema è che i fascisti non sono né a Bruxelles, né a Roma e dunque Putin e la sua propaganda dovrebbero cambiare strategia. Purtroppo è evidente a tutti che il Presidente russo non ha in alcun pregio un eventuale percorso diplomatico per porre fine alla guerra, che del resto lui stesso ha iniziato. E il toto-traditori è ancora più grottesco e paradossale perché, nonostante il machismo siberiano del leader di Mosca, la sponda che troverebbe nella sinistra italiana rischia di distrarsi tra bizzarre flottiglie, incredibili gaypride e contraddittorio attivismo agguerrito sia nel difendere i diritti lbgtq+ e porli al di sopra di tutto, sia nel mantenere le distanze da coloro che difendono la libertà e i confini dell’europa, (dall’invasore)!
Torna alle notizie in home