Esteri

Chi sfrutta l’ecatombe di una Libia dilaniata

di Ernesto Ferrante -


Non c’è pace per la Libia, dilaniata dalle faide interne tra i signori della guerra e oggetto degli appetiti di potenze straniere che, facendo leva sull’assistenza nella gestione dell’emergenza migratoria, mirano a ritagliarsi un posto di primo piano nel suo assetto di potere. Alla distruzione dell’uomo, si è aggiunta quella della natura, mettendo in risalto le lacerazioni e le carenze di un Paese in cui i “capi” sono divisi perfino sui morti.
Le autorità libiche hanno chiesto la consegna di aiuti umanitari “il più rapidamente possibile” da parte della comunità internazionale di fronte alle devastanti inondazioni registrate nell’est del Paese a causa del passaggio della tempesta “Daniel”, partita da Grecia e Turchia, che ha devastato la città di Derna, la prima roccaforte dello Stato Islamico (Isis) fuori dalla Siria e dall’Iraq.

“Abbiamo chiesto aiuto a tutti i paesi di cui sappiamo di aver bisogno e che hanno esperienza nelle attività di salvataggio”, ha affermato Musa al Koni, uno dei vicepresidenti del Consiglio presidenziale libico, con sede nella capitale Tripoli, prima di rivelare che Spagna, Italia e Canada “hanno espresso la loro disponibilità per quanto riguarda il sostegno alle attività di salvataggio”.
L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) ha precisato in una nota che oltre 2mila persone residenti a Bengasi sono state colpite dalle piogge e si trovano ora nelle scuole cittadine, mentre le alluvioni hanno costretto all’evacuazione dei pazienti dal Centro Dottor Al Baida.

“Il 25% della città di Derna è completamente scomparso a causa delle alluvioni”, ha dichiarato ad Al Jazeera il ministro dell’Aviazione nel governo nominato dal parlamento di Tobruk, Hisham Abdullah Abushekiwat. “I corpi dei morti sono sparsi ovunque nella città”, ha aggiunto Abushekiwat.
Il bilancio di sangue è destinato ad aggravarsi. Un portavoce del ministero degli Interni libico del governo della Cirenaica in una dichiarazione rilasciata alla Tv panaraba Al Jazeera ha parlato di “oltre 5.200 morti”.
Il portavoce sostiene che “l’assenza di mezzi avanzati per allertare i cittadini ha contribuito al disastro”. La Croce Rossa aveva riferito in precedenza di “diecimila persone” che risultano disperse nella parte orientale.
Tamer Ramadan, inviato in Libia per la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, nel corso di un briefing delle Nazioni Unite a Ginevra, ha descritto come “enorme” il numero di vite spezzate.
“Le inondazioni provocate dall’uragano Daniel, che ha così duramente colpito la parte orientale della Libia ed in particolare la città di Derna, provocano profonda tristezza e sentimenti di sincera partecipazione al dolore dell’amico popolo libico. In questo spirito, desidero far pervenire a lei, signor Presidente, e alle famiglie dei deceduti il profondo cordoglio dell’Italia tutta e mio personale”. Lo ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente del Consiglio presidenziale dello Stato di Libia, Mohamed Younis Al-Menfi.

“Ai numerosi feriti e a quanti hanno subito pesanti perdite materiali, ha proseguito il Capo dello Stato, auguriamo un pronto ristabilimento. Nel ribadire la nostra sincera vicinanza, Le confermo altresì la disponibilità dell’Italia a contribuire ai soccorsi”.
Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto pervenire le sue condoglianze al presidente del Consiglio presidenziale dello Stato di Libia, Mohamed Younis Al-Menfi, per le vittime e la distruzione causate dall’uragano Daniel e dalle successive alluvioni.
Una squadra italiana composta da personale del Dipartimento della Protezione Civile, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, del Comando Operativo di Vertice Interforze e del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, avrà il compito di valutare la situazione nella zona in cui intervenire e acquisire tutte le informazioni necessarie per l’organizzazione di un intervento più strutturato.
L’Unsmil, la Missione delle Nazioni Unite di sostegno alla Libia, ha fatto sapere che sta seguendo da vicino l’emergenza, esprimendo “le più sentite condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso la vita e il nostro pensiero va a tutte le persone colpite”. La missione Onu ha inoltre detto di essere pronta a sostenere gli sforzi delle autorità locali e dei comuni per far fronte all’emergenza, oltre che a fornire assistenza umanitaria urgente per integrare gli interventi nazionali e regionali. Martin Griffith, Sottosegretario Onu e coordinatore degli Affari Umanitari e Aiuti di Emergenza, attraverso un tweet ha espresso “profonda preoccupazione per l’emergenza alluvioni che si sta verificando in Libia. L’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, invierà “beni di prima necessità come coperte, kit igienici e lampade solari per soddisfare i bisogni immediati di cinquemila persone colpite”.


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