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Economia

Manovra, segnali di distensione tra governo e Confindustria

Rush finale in Senato: oggi si presentano gli emendamenti segnalati

di Giovanni Vasso -


Segnali di pace tra Confindustria e il governo mentre, in Parlamento, è partita la “macchina” per il vaglio e la segnalazione degli emendamenti in manovra. Ne saranno 400, o giù di lì. Lo si era già detto. Era attesa per ieri una prima scrematura, quella finale arriverà oggi. C’è da fare ordine nella selva oscura di correttivi e aggiustamenti proposti da ogni gruppo parlamentare. Allo stato attuale il conto ammonta a 5.700 emendamenti. Tra questi ci sono molti doppioni, molti altri su cui i partiti non puntano davvero. Entro e non oltre le 16 di oggi, in virtù dell’accordo sancito ieri in Commissione Bilancio al Senato, gli emendamenti segnalati dovranno essere presentati. Poi, da martedì prossimo o se si riuscirà a far prima addirittura da venerdì, inizieranno le procedure per vagliarne l’ammissibilità.

Confindustria, la manovra e la bagarre emendamenti

Quella sugli emendamenti sarà la battaglia decisiva prima di procedere all’approvazione della legge di bilancio. La Lega, che oggi presenterà gli emendamenti dedicati alla sanità, ne ha proposto uno per ridurre i requisiti di età. Per portare l’età pensionabile a 66 anni e undici mesi nel 2027. La copertura alla misura sarebbe da rintracciare nell’innalzamento dell’Irap per banche e assicurazioni di sei punti anziché due. Un messaggio (anche) a Forza Italia. Che, da parte sua, ha già individuato i temi da tempo. Affitti brevi, no alla doppia tassa sui dividendi, investimenti per il comparto Difesa e Sicurezza. Accanto a questi argomenti, gli azzurri promettono impegno sulla rivalutazione dell’oro da investimento, su cui applicare un’aliquota del 12,5% anziché del 26%, per trovare i due miliardi utili a evitare la stangata sui dividendi. Tra gli altri temi c’è anche l’editoria, con l’incremento del fondo per il pluralismo.

L’incontro a Palazzo Piacentini

Fratelli d’Italia si è impegnata sulle sanatorie e spunta ora un emendamento che punta a sanare, appunto, pertinenze, opere accessorie e ristrutturazioni a patto che siano state eseguite entro e non oltre il 30 settembre di quest’anno. E mentre in Parlamento la macchina degli emendamenti è partita, il governo si prepara a celebrare una sorta di distensione con Confindustria. Domani, a Palazzo Piacentini sede del Mimit, si terrà l’attesa riunione tra gli esponenti del mondo dell’impresa e i ministri Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti e Tommaso Foti sul futuro di Transizione 5.0. Si tratta di uno dei punti dolenti nel dialogo, che si era raffreddato, tra viale dell’Astronomia e Palazzo Chigi. Da parte sua, il presidente Confindustria Emanuele Orsini ha riaperto le porte al confronto: “Sulla manovra l’interlocuzione con il governo è positiva. Stiamo dialogando sugli aspetti che meno ci convincono”, ha detto al Forum nazionale delle telecomunicazioni.

L’apertura di Orsini a Giorgetti

“In un momento come questo di grande competitività, dove da una parte ci sono gli Stati Uniti che cercano di portare le nostre aziende verso il loro continente, cambiando con un tweet le economie mondiali, e dall’altra ci sono i cinesi che provano a inondare coi propri prodotti l’Europa, il primo tema principale – ha spiegato Orsini – è essere competitivi per reagire a tutto questo. Per cui abbiamo chiesto di posticipare il rientro del debito, perché avremmo avuto più a disposizione per gli investimenti”. Ma il numero uno di Confindustria ha comunque fatto una concessione, e non da poco, a Giorgetti: “Andare all’estero con i conti in ordine sicuramente agevola la presentazione del mondo imprenditoriale”.


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