Esteri

Filippine-Cina: tensione dopo l’attacco alla Guardia Costiera

di Ernesto Ferrante -


L’ambasciatore cinese a Manila è stato convocato dalle autorità filippine in seguito all’attacco con cannoni ad acqua contro imbarcazioni della Guardia costiera del paese che stavano scortando navi con a bordo rifornimenti per il personale militare di stanza a Second Thomas, un atollo nelle isole Spratly.
Ad annunciarlo è stato il presidente filippino Ferdinand “Bongbong” Marcos Jr.
“Come è consuetudine, il nostro ministro degli Esteri Enrique Manalo si è rivolto all’ambasciatore Huang Xilian al quale ha consegnato una nota verbale, insieme a foto e video di quanto accaduto”, ha dichiarato Marcos.
Il presidente, poi, ha aggiunto di voler vedere “quale sarà la risposta” di Pechino per valutare la risposta più adatta. “Continuiamo ad affermare la nostra sovranità. Continuiamo ad affermare i nostri diritti territoriali di fronte a tutte queste sfide e in conformità con il diritto internazionale, in particolare con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare”, ha avvertito il leader delle Filippine.
Le accuse sono state respinte con fermezza dalle autorità del “Dragone”. Senza alcuna autorizzazione da parte del governo cinese, ha spiegato il portavoce della Guardia Costiera della Repubblica popolare cinese, Gan Yu, “due navi da rifornimento e due navi della guardia costiera filippine sono entrate illegalmente nelle acque adiacenti le isole cinesi di Nansha”.
Le isole dell’arcipelago del Mar Cinese Meridionale, noto anche come Spratly, sono oggetto di un’aspra e lunga contesa tra Vietnam, Filippine, Cina, Malaysia, Taiwan e Brunei.


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