Gemona sotto shock, i social senza vergogna: il delitto diventa meme
A Gemona, dopo l’orribile delitto di Alessandro Venier, i social si sono trasformati in una vetrina di cinismo.
Gemona non riesce ancora a scrollarsi di dosso l’orrore di un delitto che ha sconvolto l’intero Friuli. Alessandro Venier, 35 anni, è stato ucciso, fatto a pezzi e nascosto in un bidone dalla madre e dalla compagna. Un crimine brutale, avvenuto in silenzio, tra le mura di una casa normale, in una via come tante. Ma ciò che è seguito è, se possibile, ancora più inquietante.
Lo squallore Social
Mentre Gemona piange, la rete ride. Come sciacalli attirati dalla tragedia, centinaia di utenti social hanno trasformato l’omicidio in un’occasione per fare intrattenimento. Meme squallidi, giochi di parole agghiaccianti, selfie davanti alla casa del delitto con tanto di emoji sorridenti. C’è chi ha creato canzonette in friulano sul fatto, chi ha montato video umoristici con spezzoni del ragazzo visibilmente alterato, condivisi senza alcun rispetto. E poi i post che parlano della “passata della nonna a pezzettini”, trasformando una morte atroce in un tormentone da condividere.
Lo spettacolo dell’orrore
Il crimine di Gemona ha aperto una voragine più profonda del delitto stesso: quella del cinismo digitale, dell’anestesia morale che ci impedisce di distinguere il dolore reale dalla fiction. Invece del lutto, dell’indignazione o almeno del silenzio, si è preferito lo spettacolo dell’orrore, condito di ironia becera e fame di like.
Nel centro di Gemona, tra bar e piazze dove ancora si parla sottovoce per rispetto, online si urla. Si balla. Si scherza. Come se la morte di Alessandro fosse una sceneggiatura, non una tragedia vera.
Una comunità che merita rispetto
In molti, anche in Friuli, chiedono una riflessione collettiva. Perché, quando una comunità ferita come Gemona diventa oggetto di derisione virale, non è solo un problema di buon gusto: è un’emergenza culturale. Serve recuperare il senso del limite, il pudore davanti alla sofferenza, la responsabilità di ciò che si pubblica e condivide.
Il dolore di Gemona merita rispetto. Chi trasforma il sangue in spettacolo si rende complice di una seconda violenza, più sottile ma altrettanto devastante.
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