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Attualità

Covid, retroscena dalla commissione: silenzi, minacce e una gestione “affogata nella confusione”

di Andrea Scarso -

Ex Viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri


Retroscena della Commissione Covid: le audizioni

Le audizioni in commissione Covid riportano alla ribalta un’immagine tutt’altro che ordinata della macchina sanitaria italiana nei mesi più drammatici della pandemia. Tre interventi, quelli dei parlamentari di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri, Franco Zaffini e Antonella Zedda, ricompongono un mosaico fatto di documenti non firmati, minacce interne e uno scontro sotterraneo fra politica e burocrazia.

Un quadro che, se confermato, apre nuovi interrogativi sulla gestione dei primi mesi del virus.

La circolare “Tachipirina e vigile attesa”: chi la scrisse davvero?

Secondo la ricostruzione di Alice Buonguerrieri, la famosa circolare del Ministero della Salute dell’aprile 2020 che raccomandava “Tachipirina e vigile attesa” per i pazienti Covid sarebbe nata in un clima di totale opacità.

Durante l’audizione, l’allora viceministro della Salute Pierpaolo Sileri avrebbe ammesso di non sapere chi avesse stilato il documento, affermando di non essere stato nemmeno informato della sua pubblicazione. Una rivelazione che, se confermata, metterebbe in discussione l’intera filiera decisionale del Ministero in piena emergenza sanitaria.

Lo stesso Sileri avrebbe dichiarato di essere contrario a quella scelta terapeutica, ritenuta limitante rispetto alla possibilità di sperimentare approcci alternativi.

E ancora: il viceministro avrebbe appreso del primo contagio in Italia – la coppia di turisti cinesi – “dalla moglie che aveva visto la tv”.

“Stai buono o tiro fuori i dossier”: l’episodio delle minacce interne

Non solo confusione. Dalle parole dell’ex viceministro emergono anche attriti interni ai piani alti del Ministero della Salute.

Il senatore Franco Zaffini riporta infatti che, mentre gli italiani affrontavano la prima ondata, Sileri sarebbe stato vittima di un messaggio minaccioso da parte di Goffredo Zaccardi, all’epoca capo di gabinetto del ministro Roberto Speranza.

Il messaggio, secondo quanto riferito, sarebbe stato diretto: “Stai buono o tiro fuori i dossier che ho nel cassetto”.

Una denuncia venne presentata, poi archiviata, e Sileri decise di non fare appello dopo le scuse di Zaccardi. Ma per Zaffini, il nodo resta politico: quella nomina e quel clima sarebbero responsabilità del vertice ministeriale.

Burocrazia al comando: “Facevano e disfacevano per coprire il ministro”

A completare il quadro è la posizione della senatrice Antonella Zedda, secondo la quale l’audizione di Sileri confermerebbe un ruolo dominante dell’ufficio di gabinetto e dei direttori generali nominati dall’ex ministro Speranza.

Secondo questa ricostruzione, erano loro a “gestire tutto”, spesso – sostiene Zedda – con la funzione di scudo politico.

Una gestione che, a suo dire, si sarebbe svolta mentre il Governo Conte II alimentava tensioni con le Regioni invece di consolidare un fronte comune contro la pandemia.

Il racconto di Sileri evocherebbe infatti un clima di “totale improvvisazione, incomprensioni e litigi”, un mix esplosivo nel momento in cui l’Italia aveva bisogno di unità e rapidità di decisione.

Retroscena della Commissione Covid: responsabilità senza nome e conseguenze reali

Le informazioni emerse in commissione sono chiare:
Un viceministro escluso dalle decisioni, una circolare nata senza autore certo, minacce interne ai vertici amministrativi, dirigenti descritti come decisivi al posto della politica. Non si tratta di disfunzioni formali, ma di un sistema in cui scelte cruciali sulla gestione del Covid venivano prese senza una guida unitaria e verificabile.

E questo ha avuto un effetto concreto: una risposta frammentata nei giorni in cui il virus correva più veloce delle istituzioni. Questi non sono solo retroscena: sono fattori che, verosimilmente, hanno rallentato interventi, ostacolato sperimentazioni alternative e complicato la comunicazione ai cittadini.

Da qui la domanda che resta sospesa: “chi ha realmente determinato quelle indicazioni sanitarie che hanno accompagnato la prima espansione del virus in Italia?

Finché questo nodo non sarà sciolto, rimarrà l’ombra di una gestione potenzialmente incapace di contenere tempestivamente la propagazione del contagio.

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