Esteri

Gli Usa lanciano “Prosperity Guardian” per fermare gli Houthi nel Mar Rosso. Anche l’Italia nella coalizione

di Ernesto Ferrante -


L’Italia farà parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti per garantire la sicurezza nel Mar Rosso dopo i recenti attacchi ai mercantili da parte dei ribelli yemeniti e filo-iraniani Houthi.

Il Pentagono ha reso noto che “l’operazione Prosperity Guardian sta riunendo più paesi tra cui Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Italia, Olanda, Norvegia, Seychelles e Spagna, per affrontare congiuntamente le sfide alla sicurezza nel Mar Rosso meridionale e nel Golfo di Aden, con l’obiettivo di garantire la libertà di navigazione per tutti i paesi e rafforzare la sicurezza e la prosperità regionale”.

“La recente escalation di sconsiderati attacchi Houthi provenienti dallo Yemen minaccia il libero flusso del commercio, mette in pericolo i marinai innocenti e viola il diritto internazionale”, si legge in una nota del Dipartimento della Difesa Usa.

E ancora: “Il Mar Rosso è una via d’acqua fondamentale, essenziale per la libertà di navigazione, e un importante corridoio commerciale che facilita il commercio internazionale. I Paesi che cercano di sostenere il principio fondamentale della libertà di navigazione devono unirsi per affrontare la sfida posta da questo attore non statale che lancia missili balistici e veicoli aerei senza equipaggio contro navi mercantili di molte nazioni che transitano legalmente in acque internazionali”.

La missione sarà coordinata dalla Combined Task Force 153, istituita nel 2022 per irrobustire la sicurezza marittima nel Mar Rosso, nello stretto di Bab el-Mandeb e nel Golfo di Aden. Roma schiererà la fregata Virginio Fasan, già impiegata in operazioni antipirateria in Somalia. Il 24 dicembre l’imbarcazione dovrebbe attraversare il canale di Suez.

Mohammed al-Bukhaiti, membro della leadership Houthi (Ansar Allah), ha detto ad Al Jazeera che il suo gruppo affronterà ogni coalizione formata dagli Stati Uniti che dovesse essere dispiegata.

Su X, L’esponente dell’ufficio politico del sodalizio è stato ancora più esplicito: “Anche se gli Usa riuscissero a mobilitare il mondo interno, le nostre operazioni militari non si fermerebbero fin quando non si porrà fine ai crimini di genocidio a Gaza e non sarà consentito l’arrivo di cibo, medicine e carburante alla popolazione assediata nella Striscia, indipendentemente dai sacrifici che ci costerà. La nostra guerra è morale e non abbandoneremo la responsabilità di difendere gli oppressi sulla terra, come Dio ci ha richiesto nel libro Sacro”.

“Il fine delle operazioni navali è di sostenere il popolo palestinese nell’affrontare l’aggressione e l’assedio di Gaza, e non sono una dimostrazione di forza o una sfida per nessuno”, ha affermato il portavoce del gruppo yemenita che controlla la capitale Sanaa, Muhammad Abdel Salam, sui social media.

“Chiunque cerchi di espandere il conflitto deve assumersi la responsabilità delle conseguenze delle sue azioni”, ha avvertito Abdel Salam, aggiungendo che “la coalizione formata dagli Usa con lo scopo di proteggere Israele e militarizzare il mare senza alcuna giustificazione, non impedirà allo Yemen di continuare le sue legittime operazioni a sostegno di Gaza”.

“Proprio come gli Stati Uniti si sono permessi di sostenere Israele con e senza un’alleanza, i popoli della regione hanno piena legittimità a sostenere palestinesi, e lo Yemen si è assunto la responsabilità di opporsi alla grande ingiustizia a Gaza”, ha spiegato ancora, rincarando la dose.

Teheran ha smentito qualsiasi forma di sostegno al gruppo armato: “Azioni portate avanti in modo indipendente”. Si è espresso così il vice ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani. Bagheri ha parlato di un “attore indipendente sulla scena internazionale”, sottolineando che “pertanto non è giusto collegare le loro misure ad altri”.

La Russia non prenderà parte alla “Prosperity Guardian”. Lo ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass.

Ci sarà invece l’Italia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a seguito del video collegamento con il segretario alla Difesa degli Stati Uniti d’America, Lloyd Austin, ha riferito che “durante il colloquio è stato affermata l’importanza del principio di libera navigazione, valutato l’impatto sul commercio internazionale e discusse le possibili opzioni per garantire la sicurezza delle rotte marittime al fine di prevenire ripercussioni sull’economia internazionale, con pericolose dinamiche sui prezzi delle materie prime”.

“È necessario aumentare la presenza nell’area al fine di creare le condizioni per la stabilizzazione, evitare disastri ecologici e prevenire, inoltre, una ripresa della spinta inflazionistica”, ha proseguito Crosetto.

Le modalità di comunicazione della posizione italiana, non sono piaciute al Partito democratico: “Apprendiamo a mezzo stampa, come purtroppo è costume di questo Governo, l’intenzione di inviare una nave militare italiana nel Mar Rosso per garantire il traffico marittimo a seguito degli attacchi dei ribelli Houthi. È urgente che il Ministro della Difesa venga alle Camere a riferire sulle questioni di sua competenza e non a occuparsi, come stamattina, di presunti complotti della magistratura per fortuna da lui stesso smentiti”.


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