Cronaca

GRAVI INDIZI DI REATO – Donne che odiano gli uomini: il caso Joanne Dennehy

Joanne Dennehy uccide tre uomini in dieci giorni, li getta nei fossati e poi tenta di colpire ancora

di Francesca Petrosillo -


Joanne Dennehy uccide tre uomini in dieci giorni, li getta nei fossati e poi tenta di colpire ancora

È il 2013 e l’Inghilterra resta sconvolta da una delle più efferate serie di omicidi compiute da una donna nella storia recente. Joanne Dennehy, all’epoca 30enne, colpisce senza pietà a Peterborough, nella contea di Cambridgeshire. Le sue vittime sono tutti uomini che conosce, che frequenta e che spesso si fidano di lei.

Nata nel 1982 a St Albans, nell’Hertfordshire, Joanne cresce in una famiglia considerata normale. È intelligente, con buone prospettive: sogna di diventare avvocato, ma qualcosa cambia nell’adolescenza. A 16 anni fugge di casa con un uomo più grande, comincia ad abusare di alcol e droghe e si perde in una spirale di dipendenze e instabilità. Diventa madre di due figlie, ma sembra non provare alcun legame emotivo con loro.

La sua personalità si fa sempre più disturbata, manipolatrice, violenta.
Nel marzo 2013, la sua follia prende forma concreta. Uccide Lukasz Slaboszewski, un giovane polacco che la corteggia. Lo attira con un messaggio, lo accoltella e nasconde il corpo. Pochi giorni dopo tocca a John Chapman, un coinquilino tossicodipendente. Anche lui pugnalato più volte nel sonno. La terza vittima è Kevin Lee, suo amante e datore di lavoro. Dopo averlo ucciso, lo veste in abiti femminili e lo abbandona in un fosso.

Ma Joanne non si ferma: si sposta a Hereford con l’amico e complice Gary “Stretch” Richards. Lì cerca nuove vittime. Attacca due uomini scelti a caso per strada, ma fortunatamente entrambi sopravvivono.

Intanto, racconta con orgoglio le sue azioni, definendosi “nata per uccidere” e ammettendo che le ombre della prigione non le fanno paura. Non prova rimorsi, anzi sorride alle telecamere mentre viene arrestata.

Durante il processo, si mostra glaciale. Rifiuta ogni difesa, si dichiara colpevole e accetta la condanna come se fosse un trofeo. La sua totale assenza di empatia impressiona giudici, psichiatri e media. La diagnosi parla di disturbo antisociale e narcisistico della personalità con tratti sadici. Lei si vanta del suo carisma, si diverte a manipolare, a dominare.

Nel novembre dello stesso anno, viene condannata all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. È la terza donna in Gran Bretagna a ricevere una simile condanna, dopo Myra Hindley e Rosemary West. Il suo caso lascia un’impronta indelebile nella cronaca nera britannica: Joanne Dennehy è un raro esempio di serial killer donna, spietata e lucida, che uccide per puro piacere e sete di potere.
Anche oggi, il suo sguardo freddo e la sua totale assenza di rimorso continuano a inquietare criminologi, esperti e pubblico. Un volto apparentemente normale dietro cui si cela un’abissale oscurità.


Torna alle notizie in home