Ambiente

Toh, è tornata Greta e ora se la prende con la Norvegia

Gretini alla riscossa, respinti con perdite alla raffineria di Bergen

di Cristiana Flaminio -


Toh, guarda un po’ chi si rivede: Greta Thurnberg è tornata e, accompagnata da duecento accoliti, se ne va a protestare contro una raffineria in Norvegia. L’ex enfant prodige dell’indignazione in servizio permanente e effettivo è tornata alle radici dopo aver tentato di virare la sua protesta su Gaza, dove è stata respinta con perdite. Insieme a duecento “attivisti”, la signorina Greta Thurnberg ha lasciato la sua Svezia per recarsi in Norvegia, nella vicina Mongstad, a Bergen, sulla costa sudoccidentale del Paese scandinavo. Con kayak e barche a vela hanno bloccato l’ingresso del porto dove sorge una raffineria di proprietà di Equinor, colosso di Stato dell’energia. Una protesta inscenata col solito carosello di strade bloccate, striscioni a tinte cupe (sia in termini di colori che di toni), condita dalle solite tirate pseudo apocalittiche sugli scenari di “morte e distruzione” (sic!) a cui porterebbe l’utilizzo dei combustibili fossili. La Thurnberg, che s’è presentata con un cartellone appiccicato addosso, come ai tempi belli, coi pennarelloni neri, su cui c’era scritto “Oil kills”, il petrolio uccide. Che novità. Ma non è tutto perché la piccola rivolta di cui s’è messa a capo aveva da chiedere…

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