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GUERRA DI SPIE

di Ernesto Ferrante -


E’ caccia alla “talpa” negli Stati Uniti per la fuga di documenti top secret relativi all’operazione militare speciale russa in Ucraina. Grande imbarazzo per la Casa Bianca. Unitamente ai rischi per la sicurezza nazionale, si stanno già avendo le prime ripercussioni diplomatiche con gli alleati. Il dipartimento di Giustizia Usa ha aperto un’indagine per cercare di risalire ai responsabili.
“È stata avviata una cooperazione tra agenzie per valutare l’impatto che la fuga di questi documenti fotografati potrebbe avere sulla sicurezza nazionale e sui nostri alleati e partner”, ha dichiarato la portavoce del Pentagono Sabrina Singh.
Le pagine diffuse finora sono circa un centinaio. L’ipotesi più accreditata è che un’unità interna le abbia fotografate per poi farle circolare sui social, tra cui Twitter, Telegram e 4Chan. Tra le notizie rivelate vi sono anche le modalità con cui gli specialisti statunitensi intendono supportare Kiev nella preparazione della controffensiva. E il progetto della Corea del Sud di inviare oltre 300mila munizioni di artiglieria all’esercito di Zelensky. Oltre ad un elenco dettagliato delle principali “debolezze” ucraine, come per esempio la contraerea, definita debole e a rischio collasso, ma anche i suggerimenti sugli obiettivi potenziali da colpire.
Irritazione nella cerchia presidenziale dell’Ucraina. “Se avessimo tempo, potremmo guardare mentre la Federazione russa cade a pezzi e le sue ‘élite’ si divorano a vicenda. Ma non ce l’abbiamo e intanto la nostra gente muore. Abbiamo bisogno di meno contemplazioni sulle ‘fughe di notizie’ e di più armi a lungo raggio per porre adeguatamente fine alla guerra e far sì che la Federazione russa affronti la realtà”, ha scritto su Twitter il consigliere della presidenza ucraina Mykhailo Podolyak.
Informazioni “alterate e non vere” le ha definite la Corea del Sud. “I due Paesi hanno concluso in modo congiunto che gran parte delle informazioni rivelate sono state alterate”, ha affermato il vice consigliere per la Sicurezza Nazionale, Kim Tae-hyo, senza specificare quali parti in particolare delle “carte” basate su discussioni tra funzionari sudcoreani, sarebbero state manipolate. Anche l’ufficio del presidente Yoon ha fatto sapere che le “informazioni riguardanti la fuga di notizie delle intercettazioni sono completamente non vere”. Ed ha aggiunto di aver “richiesto un’appropriata risposta da parte degli Usa”.
L’amministrazione Biden è stata presa con le mani nel sacco a spiare e controllare anche Paesi “amici”.
La decisione sulle modalità della controffensiva verrà presa “all’ultimo momento” e il Pentaleaks non influenzerà le manovre poiché tutte le informazioni sui piani militari sono classificate, ha sottolineato il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksii Danilov, in un’intervista alla testata tedesca Tagesschau.
“Se qualcuno pensa di averle, mi congratulo con lui. Ma non so da dove possano averle prese”, ha proseguito Danilov.
“Una bufala”. Così il Cremlino ha bollato la notizia pubblicata dal Washington Post sui presunti piani dell’Egitto di fornire “segretamente” decine di migliaia di razzi a Putin. “E’ un’altra bufala e quindi questa notizia dovrebbe essere trattata di conseguenza”, ha detto ai giornalisti il portavoce Dmitry Peskov.


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