Attualità

Guerra in Ucraina, La Sapienza campo di battaglia tra Travaglio, Gilli e il pubblico 

Quella che doveva essere una Lectio di Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano si è trasformata in un acceso talk show televisivo. 

di Benedetta La Corte -


Il focus doveva essere sulla propaganda russo- ucraina ma il campo di battaglia è stata l’aula dell’università Sapienza di Roma (Unitelma). 

In un primo momento l’interruzione del discorso di Travaglio è arrivato lasciando di stucco gli studenti della Spes AcademyScuola di Politiche economiche e sociali Carlo Azeglio Ciampi.Stai raccontando il falso, ti stai inventando delle cose, io sono un giornalista che è stato in Ucraina, ho raccontato la guerra per tre anni”- dal pubblico si è sollevato dissenso verso le parole del direttore che ha risposto: “ non ho mai detto che non abbiamo mai venduto le armi a nessuno, ho detto che non abbiamo mai regalato armi in queste dimensioni ad un paese in guerra, le armi le abbiamo sempre vendute a tutti, ci mancherebbe altro e comunque non mi riferivo alle armi che abbiamo mandato dal 2022 ad oggi”.

E’ una lezione accademica, non è un dibattito” – ha ad un certo punto risposto il presidente della Spes, Academy, Valerio De Luca che introducendo la lezione aveva detto: “Raccontare qualcosa che è al di fuori del mainstream dominante è l’obiettivo della nostra scuola come anche quello di alimentare il pensiero critico. Il modo provocatorio va anche a risvegliare le coscienze” ha concluso l’incontro patrocinato RAI che si inserisce nel corso “media, informazione e potere”.

Acceso anche il dibattito fra Travaglio e Andrea Gilli, professore in Studi Strategici all’Università St. Andrews che si è proposto di fare da problem solver, o come meglio ha detto lui da “ombudsman”, per i lettori del Il Fatto Quotidiano commentando poi sui social “ ero venuto per ascoltare una lezione magistrale di Marco Travaglio sulla disinformazione, ho invece assistito ad una magistrale disinformazione”. 

Il rettore dell’università Bruno Botta, nominato nel 2023, ha soltanto presidiato il dibattito senza prenderne parte. 

Ad evento concluso Il direttore del Fatto ha preferito non rispondere alle ulteriori sollevazioni dei giornalisti li presenti, mentre Cristiano Tinazzi, reporter di guerra, ha sollevato le sue polemiche verso la scelta della stessa università ad accogliere “un concentrato di banalità e fake news”, come ha scritto su X.


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