Ambiente

Hawaii, l’angolo di Paradiso trasformato in inferno

di Giada Balloch -


Hawaii. L’angolo di paradiso del Pacifico trasformato in inferno. L’incendio che ha cambiato ogni cosa. Una distruzione tale da portare alla morte di 100 persone. Un colpo durissimo per l’ecosistema. Nell’estate del 2023, le Hawaii hanno vissuto un evento catastrofico che ha avuto un impatto devastante sull’ecosistema e sulle preziose specie marine dell’arcipelago. Gli incendi che hanno divampato nelle isole hanno scosso profondamente la biodiversità e le risorse naturali, mettendo a rischio un patrimonio naturale unico al mondo.

Le loro acque ospitano un’incredibile diversità di animali. Dagli avvistamenti di delfini e balene in visita durante la loro migrazione invernale, alle tartarughe marine che nuotano tra i coralli e depositano le uova sulle spiagge. La barriera corallina circostante è composta dall’85% dei coralli presenti in America ed è abitata da pesci pappagallo dai colori sgargianti, mante e persino squali di barriera: i “reef sharks”. Un luogo decisamente straordinario per l’osservazione della vita sottomarina. O almeno fino ad oggi. Il recente incendio ha iniziato a devastare l’arcipelago nel mese di agosto, con fiamme che hanno divorato foreste, vegetazione e habitat critici. Le fiamme sono state alimentate da condizioni meteorologiche estreme e da un clima più caldo e secco, sintomi del cambiamento climatico in atto. Questi incendi hanno lasciato una scia di distruzione, non solo sulla terraferma, ma anche sotto al mare circostante. Una delle due conseguenze più gravi è stata senza dubbio l’ampia diffusione di agenti chimici tossici nelle acque delle isole come monossido di carbonio, ossidi di azoto e composti organici volatili.

Queste sostanze, rilasciate dai fumi, hanno creato un ambiente ostile per i coralli, minacciando direttamente la sopravvivenza di una delle poche barriere rimaste al mondo. La crescita delle alghe invasive è aumentata a causa dell’incremento dei nutrienti nell’acqua, soffocando i coralli e mettendo in pericolo intere comunità di pesci che dipendono da questi habitat. Inoltre la delicata e complessa catena alimentare degli organismi hawaiani è stata spezzata. La morte di molte alghe e vegetali ha ridotto drasticamente le risorse alimentari per le altre creature marine, innescando uno squilibrio nelle popolazioni ittiche locali. Le specie locali, come il Mezzaluna mascherato e il Kuhlia xenura, due tipi di pesce, sono state particolarmente colpite. L’emergente ed inevitabile problema affligge l’intera sicurezza alimentare degli abitanti dell’arcipelago e in particolare modo quella di coloro che dipendono dalla pesca come principale fonte di sostentamento. Ulteriormente è stato innescato un fenomeno di erosione del suolo, con conseguenze dirette sulla qualità dell’acqua. La distruzione della copertura vegetale naturale a causa delle fiamme ha reso il terreno vulnerabile all’erosione, specialmente durante le piogge torrenziali. Questo processo ha portato a un aumento del deflusso di sedimenti, cenere e detriti nell’acqua, compromettendo gravemente la sua chiarezza e qualità, causando danni alla flora e la fauna del profondo blu.

Tuttavia, non tutto è perduto. Dopo le fiamme, sono stati intrapresi sforzi considerevoli per il recupero e la preservazione delle zone perdute. Gli esperti locali e le organizzazioni ambientali hanno lavorato instancabilmente per rimuovere parte delle sostanze tossiche dalle acque, ripristinare gli habitat danneggiati e le specie a rischio. L’educazione ambientale è diventata una priorità, promuovendo la consapevolezza e la responsabilità nei confronti dell’ambiente marino. Le sfide sono immense, ma la resilienza della natura e gli sforzi umani per proteggerla offrono una speranza per il futuro. La storia delle Hawaii ci ricorda quanto siano imprevedibili i disastri naturali, ricordandoci l’importanza di preservare a tutti i costi questi patrimoni di vita inestimabili.


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