Per Abbonati

I muscoli del Capitano e la Lega torna in gioco

di Ivano Tolettini -


Il Capitano Matteo Salvini si sente in forma. Politicamente forte anche se per adesso i sondaggi non gli riconoscono in termini di consenso il peso specifico che all’interno della coalizione di centrodestra ha guadagnato con la morte di Silvio Berlusconi. L’ultimo capitolo della sua tattica di logoramento è stato quello di spingere la ministra Santanché, che è di Fratelli d’Italia, a presentarsi in Parlamento per rispondere della presunta gestione allegra delle sue società che hanno rischiato l’insolvenza, prima che parte dei debiti fossero ripianati. La sua strategia è evidente per chi mastica la politica. La sua narrazione, “il governo durerà sicuramente per i prossimi cinque anni, ma questa coalizione saprà resistere per i prossimi dieci”, diverge dalla tattica quotidiana volta a indurre il popolo a riorientare il gradimento verso il Carroccio dopo la scoppola delle politiche.

Veneto

La netta vittoria a Padova del candidato salviniano, Alberto Stefani, alla corsa alla segreteria regionale della Liga Veneta-Lega Nord ha messo di buon umore Salvini, che si è congratulato con il suo giovane deputato – 30enne padovano di Borgoricco – sabato pomeriggio poco dopo le 18 una volta che i risultati sono stati plastici nel loro nitore. Stefani ha sconfitto lo sfidante Franco Manzato con il 63% dei voti espressi dai delegati, che ha fatto dire al governatore Luca Zaia: “Il partito ai giovani, e la Liga viene prima della Lega”. Stefani ha rassicurato Salvini che vuole riportare il partito ad essere primo in regione con oltre il 20% dei suffragi dopo la debacle di settembre quando il Carroccio è stato dragato da Fratelli d’Italia e scoppiò la rivolta guidata dall’assessore regionale Marcato che però sabato non si è presentato al confronto con Stefani.

Criticità

Mes, nomina del commissario per l’Emilia Romagna dopo le alluvioni di maggio, ritardi nel Pnrr sono i capitoli di un confronto che nei fatti è dialettico tra Salvini e Meloni. Certo, se uno sta dietro alle dichiarazioni ufficiali tutto fila liscio. “Sono in totale sintonia con Giorgia su tutti i temi – spiega ieri pomeriggio il vicepremier e ministro alle Infrastrutture, Salvini -,sulla ricostruzione in Emilia Romagna, su tutto. Leggo ricostruzioni surreali di cui spesso, anzi tutti i giorni, io e Giorgia sorridiamo al telefono, perché più scrivono così più cementano il nostro rapporto politico, umano e di amicizia”. Il Capitano è troppo scafato, anche perché ad esempio le fibrillazioni sul Mes da parte del suo ministro all’Economia, Giancarlo Giorgetti, mal si conciliano con le sue affermazioni: “Sul Mes – dice Salvini – siamo in una maggioranza e rispetterò le scelte di tutta la maggioranza. Condivido le parole di Giorgia: parlarne adesso non è utile all’Italia. Abbiamo un sistema economico che corre grazie alle nostre imprese, un sistema bancario sano, quindi se ne può parlare tranquillamente in autunno”. Peccato che tutte le altre nazioni che hanno già ratificato il Mes da settimane sono in pressing proprio con Giorgetti, il quale teme che arrivi dai mercati un messaggio sotto forma di innalzamento dei tassi dei Btp e conseguente incremento dello spread. La classica leva con la quale gli “amici” dell’Italia fanno presente le nostre criticità.

Voto
Del resto, non più tardi di una settimana fa stizzita per le intemperanze del Capitano, dal cerchio dei fedelissimi di Meloni è filtrata la possibilità del voto anticipato qualora la Lega proseguisse la tattica delle imboscate. Come dire, Salvini se proprio vuole tirare la corda stia attento, perché la luna di miele con l’elettorato prosegue e FdI non è spaventata dalle urne dove la democrazia delega il potere. Nello stesso tempo, il capo della Lega marcia diritto verso le nuove regole per la sicurezza stradale, come scrive su Instagram: “Più educazione, prevenzione e controlli e, per i recidivi, sanzioni più dure fino alla revoca definitiva della patente”. I sondaggi sul punto gli danno ragione, tanto che ribadisce anche che “il Ponte sullo Stretto sarà un vantaggio economico e logistico per le imprese di tutta Italia, ma soprattutto per quelle del reggino e del messinese. Sarà un acceleratore
per tutte le altre infrastrutture”. La strategia del Capitano è fin troppo esplicita.


Torna alle notizie in home