Cultura & Spettacolo

Iannuzzi: “La bellezza viaggia sui social ma serve una corretta informazione”

di Nicola Santini -


ll dottore Riccardo Iannuzzi: “La bellezza viaggia sui social ma serve una corretta informazione”.

La maggior parte delle richieste che i medici estetici si sentono rivolgere è dettata da nuovi canoni, quelli dettati social. Da qualche anno, infatti, è Instagram ad imporre nuovi modelli di bellezza. Le influencer, infatti, sponsorizzano marchi e prodotti. Ma prima di ogni altro aspetto sponsorizzano se stesse. Per “funzionare” e dunque piacere, tutte sanno che devono avere un aspetto sempre gradevole. Tra loro c’è chi ammette candidamente il ricorso alla “punturina”. E chi lo nasconde.

Ad un occhio allenato come quello di un professionista quale il dottor Riccardo Iannuzzi, medico specializzato in chirurgia plastica e ricostruttiva che esercita a Roma, il ritocchino non sfugge mai. Sono numerose le pazienti che riceve nello studio romano di via Quintino Sella che gli chiedono le labbra, naso e zigomi non da star, ma proprio come quelli delle star. Le star dei social, nuove testimonial della bellezza moderna. «Le ragazze che vogliono migliorare il proprio aspetto utilizzano i social come “catalogo” e questo accade in più del 50% dei casi», racconta lui. Che, però, non accontenta tutte. «Mi capita spesso di sconsigliare e rifiutare di eseguire interventi e trattamenti. Alcune richieste sono l’espressione di un disagio che non è puramente estetico. Altre sono totalmente distanti dal concetto di miglioramento e altre davvero superflue. Quando non c’è un inestetismo reale non si deve intervenire. Io credo nella bellezza naturale, per cui sconsiglio sempre gli stravolgimenti». Non tutti i medici estetici ragionano così. Perché, se da un lato sono le pazienti ad utlizzare i social per prendere spunto, dall’altro sono gli stessi medici, dai loro profili, a consigliare trattamenti che non sono adatti a tutte. «Come la maggior parte dei miei colleghi, anche io utilizzo i social network per veicolare contenuti relativi alla mia professione. In particolare, Instagram. Essendo il più “visivo” tra i tutti i canali di comunicazione, mi permette di raccontare le tecniche utilizzate in sala operatoria, oltre che le procedure più collaudate e diffuse di medicina estetica». Negli ultimi anni molti professionisti sanitari hanno adottato piattaforme come TikTok per condividere informazioni, consigli e sfatare miti sulla salute. Questa tendenza è stata particolarmente evidente durante la pandemia Covid, quando i medici hanno utilizzato i social media per educare il pubblico sul virus, sui vaccini e sulle misure di sicurezza. Su TikTok, i medici possono creare video informativi, spiegando in modo accessibile e coinvolgente argomenti complessi legati alla salute.

Anche lei racconta il suo lavoro tra sala operatoria e ambulatorio sulla piattaforma cinese?
«No. Di recente, infatti, si è diffusa la tendenza di spettacolarizzare la professione. È importante notare che mentre molti medici utilizzano TikTok in modo responsabile per educare e informare, altri ne fanno un uso che ridicolizza la professione stessa. Tra balletti con sottofondo musicale inadatto e grafiche esagerate di dubbio gusto, richiamano l’attenzione sulla forma e non sulla sostanza».
Non pensa che potrebbe essere utile per pubblicizzare il suo lavoro?
«L’uso dei social media, in particolare TikTok, da parte dei chirurghi plastici da tempo è un argomento controverso. Nel settore, infatti, c’è una preoccupazione diffusa riguardo ai contenuti che potrebbero essere considerati poco professionali o persino ridicoli. Soprattutto all’estero molti medici estetici sono inclini ad utilizzare TikTok in modo inappropriato, mostrando procedure in modo non etico o creando contenuti che non rispettano la serietà e la delicatezza della medicina estetica stessa. Questi comportamenti possono danneggiare la reputazione della professione medica nel suo complesso».

In effetti, basta aprire TikTok con maggiore attenzione per darle ragione. E questo non riguarda profili stranieri.
«Va ricordato che in Italia la figura del medico estetico non è regolamentata da una specializzazione. Al contrario il chirurgo plastico è un medico che, dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia, svolge un percorso di formazione specialistica di ulteriori 5 anni nel campo della Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica. La normativa italiana riserva dunque a qualsiasi laureato in Medicina e Chirurgia (o persino specialista in altra branca), purché iscritto all’Ordine dei Medici, la possibilità di effettuare procedure ambulatoriali di medicina estetica. Anche i laureati in odontoiatria possono effettuare le cosiddette “punturine” e, al netto di come la si pensi, cioè se sia giusto o no, questo è un ulteriore aspetto che sottolinea come i confini della medicina estetica, specializzazione vaga di per sé, siano disegnati solo a matita».
Come dovrebbero essere usati dunque i social da chi vuole cercare informazioni nel campo della medicina estetica?
«Personalmente raccomando di mantenere uno spirito critico quando si guardano foto e video, su tutte le piattaforme social, specialmente quando si tratta di questioni di salute e interventi. È sempre consigliabile rivolgersi a chirurghi plastici certificati e responsabili, e cercare fonti ufficiali e affidabili per l’informazione su tutte le procedure mediche».


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