Il caso Paragon oggi al Copasir
I pm delle procure di Napoli e Roma hanno ieri affidato ai tecnici l’incarico di effettuare degli accertamenti sui telefoni delle sette persone tra giornalisti e attivisti al centro del caso Paragon la cui inchiesta è coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Il compito è stato affidato agli specialisti della Polizia Postale il giorno prima dell’audizione al Copasir del Direttore dell’Agenzia Informazioni per la Sicurezza Esterna (AISE), Giovanni Caravelli. Non c’è dubbio che nel corso della riunione del Comitato parlamentare per Sicurezza della Repubblica la questione dello spyware Graphite, prodotto da Paragon Solutions, e di come e da chi sia stato utilizzato sarà centrale, tanto più dopo che l’azienda ha fatto sapere di aver “interrotto i suoi rapporti commerciali con l’Italia a seguito di sospetti di un uso improprio che eccedeva le condizioni d’uso definite nel contratto con la società”. L’intelligence italiana, a cui il software era effettivamente in uso, ha ammesso di averlo utilizzato su Luca Casarini e Beppe Caccia, negando però di aver veicolato lo spyware anche sugli smartphone delle altre persone coinvolte. Oltre che al Copasir, le cui riunioni sono secretate, la questione potrebbe però essere sollevata oggi stesso anche da Matteo Renzi nell’aula del Senato in occasione del dibattito sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo. Il leader di Italia Viva insiste infatti da giorni sul caso dei giornalisti italiani spiati non si capisce da chi e c’è da scommettere che oggi a Palazzo Madama proverà a incalzare la presidente del Consiglio si quello che ieri a Montecitorio Maria Elena Boschi ha già definito senza mezzi termini come uno “scandalo”.
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