Esteri

Il conflitto in Ucraina e lo spettro della guerra nucleare

di Ernesto Ferrante -

Left to right: President Volodymyr Zelensky (Ukraine) with NATO Secretary General Jens Stoltenberg


Il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov è tornato ad agitare lo spettro della guerra nucleare in un seminario regionale a Bishkek. “Le misure di risposta che abbiamo dovuto adottare, tra cui l’importante aspetto di proteggere la sicurezza esterna lungo l’asse occidentale, sono state utilizzate dai nostri avversari come pretesto per iniziare a esercitare pressioni militari sulla Russia”, ha spiegato Ryabkov, avvertendo che “questa pressione è pericolosamente in equilibrio sull’orlo di un conflitto militare diretto tra le potenze nucleari”.
Il vice ministro ha accusato i Paesi Nato di aver “scelto di perseguire attivamente un’espansione senza sosta e dannosa, attraverso misure militari e geopolitiche nei territori di vitale interesse per la Russia. La crisi odierna è lungi dall’essere risolta e presenta il rischio di un’ulteriore escalation”.

Dalla paura della guerra nucleare alle armi all’uranio impoverito

Durissime le sue parole sulla fornitura di armi all’uranio impoverito all’Ucraina da parte degli Stati Uniti: “Questa non è solo una mossa di escalation, è un riflesso dello scandaloso disprezzo di Washington per le conseguenze ambientali dell’uso di questo tipo di munizioni in una zona di guerra. Agli americani non importa. È chiaro che a loro non importa chi lo respira lì, dove si depositerà e quali conseguenze porterà per coloro che sono ora che combattiamo e cosa accadrà alle generazioni che vivranno su questa terra”.
La guerra è destinata a continuare. “L’Olanda, la Danimarca e anche la Norvegia hanno annunciato di essere pronte a consegnare F16” a Kiev e “molti altri alleati hanno annunciato di essere pronti ad addestrare i piloti ucraini”, ha sottolineato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in audizione alla commissione Affari Esteri (Afet) del Parlamento Europeo.

Riguardo i pezzi del drone russo caduti in territorio romeno, Stoltenberg ha fatto sapere che “le indagini sono in corso”, ma “non abbiamo alcuna informazione che indichi un attacco intenzionale da parte della Russia”.
Affrontata la questione della controffensiva. “Le forze armate ucraine stanno facendo progressi, forse non così tanto come avevamo sperato, ma stanno guadagnando qualche centinaio di metri al giorno. Il che vuol dire che i russi stanno perdendo terreno”, ha assicurato il segretario generale della Nato.
Il norvegese ha anche confermato l’origine del conflitto: “Nell’autunno del 2021 il presidente russo Vladimir Putin ci inviò una bozza di trattato: voleva che la Nato firmasse l’impegno a non allargarsi più. Questo è quello che ci ha mandato: naturalmente non lo abbiamo firmato. Era la precondizione per non invadere l’Ucraina, voleva che rimuovessimo le infrastrutture militari in tutti i Paesi entrati dal 1997, il che voleva dire che avremmo dovuto rimuovere la Nato dall’Europa Centrale ed Orientale, introducendo una membership di seconda classe. Lo abbiamo rifiutato e lui è andato alla guerra, per evitare di avere confini più vicini alla Nato”. E ancora, alzando il tiro: “Ha ottenuto esattamente l’opposto: una maggiore presenza della Nato nella parte orientale dell’Alleanza. La Finlandia ha aderito e presto anche la Svezia diverrà membro della Nato”.
Forte e diretto il messaggio indirizzato al presidente russo: “Sta alla Nato e all’Ucraina decidere quando l’Ucraina diverrà un membro. La Russia non può porre il veto sull’adesione di alcuno Stato indipendente e sovrano in Europa” all’Alleanza atlantica.


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