Ambiente

Il nuovo misterioso virus delle profondità marine

di Giada Balloch -


Nelle profondità insondabili dell’Oceano Pacifico, esiste un mondo sconosciuto (e un virus) che sfida la nostra comprensione della vita sulla Terra. La Fossa delle Marianne, il punto più profondo del nostro pianeta. La prova della resilienza della vita negli ambienti più inospitali. Un mondo di complessità e mistero sotto le onde. A 8600 metri di profondità, il virologo marino Dr. Min Wang dell’Università Oceanica della Cina ha fatto una scoperta straordinaria: un virus marino, fino ad ora sconosciuto alla scienza.

Questo eccezionale ritrovamento, pubblicato su Microbiology Spectrum, è il risultato di sforzi congiunti di un team internazionale di ricercatori, e getta nuova luce sui misteri degli oceani. La profondità esatta in cui è stato ritrovato questo virus è straordinaria. Un punto a favore per i ricercatori come Wang, il quale afferma: “Gli ambienti estremi offrono opportunità ottimali per scoprire nuovi virus”. Per ottenere campioni da questa profondità, sono stati utilizzati sottomarini teleguidati, in quanto nessun essere umano può sopravvivere alle pressioni e alle condizioni avverse che caratterizzano queste profondità. La scoperta dimostra quanto sia importante l’uso della tecnologia avanzata per esplorare gli ambienti più remoti e misteriosi del nostro pianeta. Tuttavia cosa lo rende così speciale? La sua eccezionalità risiede nella sua predilezione per i batteri appartenenti al phylum Halomonas. Questi microrganismi sono spesso presenti nei sedimenti oceanici profondi e nelle vicinanze delle sorgenti idrotermali, che possono essere paragonate a gyser oceanici che eruttano getti di acqua bollente nelle fredde profondità marine. La scoperta di questa affinità tra il virus e i batteri Halomonas solleva interessanti domande sulla diversità biologica nelle profondità marine e sulle complesse interazioni tra i batteriofagi e i loro ospiti in questi ambienti estremi. Ma c’è di più. Questo virus è lisogenico, il che significa che infetta i batteri senza ucciderli immediatamente.

Invece, durante la replicazione del batterio infettato, il materiale genetico virale viene trasmesso alle generazioni future. Questo fenomeno aggiunge ulteriori livelli di complessità alle dinamiche tra i virus e i loro ospiti in quest’ambiente estremo. La capacità del virus di infettare i batteri senza ucciderli potrebbe avere un ruolo significativo nell’ecosistema delle profondità marine, influenzando la composizione delle comunità microbiche in queste regioni remote. Oltre alla sua importanza scientifica, la scoperta di questo virus rivela l’eccezionale adattabilità della vita sulla Terra. In un ambiente così estremo e apparentemente inospitale, la vita trova un modo per prosperare. Questa scoperta solleva domande importanti sulla diversità della vita nelle profondità oceaniche e sulle complesse relazioni tra organismi e virus in questi ambienti isolati. Il Dr. Wang e il suo team non intendono fermarsi qui. Al contrario, questa scoperta rappresenta solo l’inizio di un’entusiasmante avventura scientifica. “Per quanto sappiamo, questo è il batteriofago isolato più profondo conosciuto negli oceani del mondo”, ha dichiarato Wang. Futuri progetti volti a esplorare ulteriormente la complessa macchina molecolare che guida le interazioni tra i batteri marini sono all’orizzonte. Inoltre, sono alla ricerca di altri nuovi virus in ambienti estremi, sottolineando che gli ambienti estremi offrono opportunità ottimali per scoprire nuovi virus e ampliare la nostra comprensione della virosfera. Questa scoperta apre una finestra sulla straordinaria adattabilità della vita sulla Terra e sulla diversità biologica nelle profondità oceaniche. La Fossa delle Marianne rappresenta un laboratorio naturale unico al mondo, dove la vita si è adattata e ha evoluto in modi che sfidano la nostra immaginazione. Mentre gli scienziati continuano a svelare i segreti del mare, possiamo aspettarci ulteriori scoperte sorprendenti che sfidano le nostre concezioni sulla vita sulla Terra.


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