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INGRANDIMENTO – Tutto da rifare via i 15 punti di penalizzazione, la Juve (per ora) torna terza

di Ivano Tolettini -

ANDREA AGNELLI PRESIDENTE JUVENTUS


Tutto da rifare. Come la logica del diritto sportivo imponeva. La Juventus sarà penalizzata, perché la responsabilità è provata altrimenti sarebbe stata prosciolta, ma 15 punti sono troppi. Non erano stati motivati, pertanto altri giudici d’Appello li quantificheranno. La Vecchia Signora torna per adesso terza in classifica a 59 punti, 2 in meno della Lazio, seconda a 61, e 16 in meno del Napoli capolista. Ma a più 3 su Roma e 6 sul Milan. È l’effetto immediato, ma non conclusivo, del verdetto del Collegio di garanzia del Coni che ha accolto la richiesta del Procuratore generale dello Sport, Ugo Taucer, per il quale è carente la motivazione della violazione dell’articolo 4 del Codice di giustizia sportiva riguardante la “lealtà” nel deferimento della società con la stangata di 15 punti inflitta lo scorso gennaio. La sentenza letta ieri pomeriggio ridisegna temporaneamente la classifica perché ci dovrà essere un nuovo processo che sanzionerà la Juve, la quale ha sperato fino all’ultimo di vedersi annullare definitivamente la penalizzazione. Il collegio presieduto da Gabriella Palmieri Sandulli, e completato dai presidenti delle varie sezioni Vito Branca, Dante D’Alessio, Attilio Zimatore, Massimo Zaccheo, ha convenuto con la pubblica accusa che le modalità con cui i giudici di secondo grado avevano motivato la condanna non era congrua e conteneva vizi formali che pregiudicavano un giudizio equo. In particolare, ed era uno dei motivi contenuti nel ricorso del club, la contestazione dell’articolo 4, vale a dire la mancata lealtà sportiva, era contestata nel deferimento agli undici dirigenti bianconeri, ma non alla società. Il Collegio di Garanzia se da una parte ha respinto i ricorsi di Andrea Agnelli, Fabio Paratici, Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene, per i quali è confermata l’inibizione sportiva, che diventa definitiva, a 2 anni per l’ex presidente e l’ex amministratore delegato; a 2 anni 6 mesi per l’ex responsabile dell’area sportiva, ora al Tottenham; ed a 16 mesi per l’attuale ds Cherubini (potranno rivolgersi al Tar); dall’altra i giudici di legittimità hanno accolto il ricorso dei restanti dirigenti: Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli – Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio sono prosciolti per il caso plusvalenze, dopo che in Appello erano stati loro inflitti 8 mesi di sospensione. Questo vuol dire, ma bisognerà leggere le motivazioni che saranno depositate entro due settimane, che i giudici hanno operato una distinzione sul piano delle responsabilità tra chi aveva effettivamente il potere decisionale in seno alla Juve e chi contava meno nell’organigramma. Del resto, la sentenza della Corte Federale d’Appello – in base al verdetto di ieri – aveva messo tutti i dirigenti sullo stesso piano, senza operare quelle doverose differenze. Ed era stata a suo modo clamorosa perché aveva aumentato le pene chieste dalla procura federale in maniera illogica. Come ha stabilito ieri il Collegio. I difensori della Juve avevano invece sollecitato l’annullamento senza rinvio del verdetto di gennaio sostenendo che non c’erano fatti nuovi rispetto al decreto di archiviazione dell’anno scorso, mentre com’è noto il procedimento sportivo era stato riaperto dalle carte del processo Prisma della procura di Torino, che ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici bianconeri a cominciare da Andrea Agnelli per ipotesi d’accusa molto pesanti, per le quali gli imputati rischiano molto. Alla luce della sentenza, comunque, gli allegriani faranno bene a tenere a mente che l’attuale classifica sarà riscritta dalla Corte Federale d’Appello e devono considerarsi all’altezza delle milanesi. Insomma, per la qualificazione alla Champions del prossimo anno la Juve con ogni probabilità dovrà sprintare.

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