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Attualità

Jessica Tisch, una donna di ferro per la New York di Mamdani

Un volto per una città in bilico tra "intelligenza urbana" e limitazione della libertà

di Angelo Vitale -


Jessica Tisch, una tecnocrate della sicurezza come capo della polizia per la New York di Mamdani.

Jessica Tisch, il capo della polizia di New York

Il capo della polizia di New York è il volto (e il dilemma) di una New York che vuole sentirsi sicura senza sentirsi sorvegliata.

Non è il classico capo della polizia. Non arriva dal percorso del poliziotto “di strada”, ma da quello delle università e delle sale operative. Laureata ad Harvard in legge e business administration, cresciuta nell’ambiente delle grandi famiglie filantropiche newyorkesi, Tisch ha costruito la sua reputazione dentro le viscere tecniche dell’amministrazione cittadina. Prima responsabile dei sistemi informatici dell’NYPD, poi commissaria alla Sanitation — dove ha digitalizzato servizi e tracciamento rifiuti — infine nominata, nel 2024, a capo della polizia.

Il suo stile non è retorico né carismatico. È manageriale, spesso glaciale. Lavora per numeri, dashboard e tempi di risposta. In questo senso, l’incarnazione più limpida del potere tecnocratico applicato alla sicurezza urbana. Misurabile, efficiente, ma anche, inevitabilmente, distante.

L’ombra lunga della famiglia Tisch

Il cognome non passa inosservato. I Tisch sono una delle famiglie più influenti di New York, con legami nell’imprenditoria, nella filantropia e nella politica locale. Questa rete di connessioni ha alimentato sospetti di “dinastia amministrativa”, ma anche assicurato a Jessica accesso a un capitale relazionale raro nel mondo pubblico. Chi la conosce racconta di una figura che “non deve nulla a nessuno”, ma che sa esattamente a chi telefonare quando serve cambiare un pezzo del sistema.

Dal Domain Awareness System all’età della sorveglianza

Tisch è stata l’architetta di una delle trasformazioni più radicali dell’NYPD nell’ultimo decennio: la costruzione del Domain Awareness System. Una rete integrata di sensori, telecamere e analisi dati in tempo reale che oggi collega ogni quartiere a un centro di comando.

Un modello di “intelligenza urbana” che, per i suoi sostenitori, ha contribuito a ridurre i tempi d’intervento e a risolvere casi complessi.
Per i critici, però, un mostro a due teste. Un salto tecnologico che erode privacy e libertà civili. “La città è diventata un panopticon”, ha scritto Wired, “e la differenza tra sicurezza e controllo diventa ogni giorno più sottile”.

Il nuovo sindaco e l’equilibrio instabile

L’ottobre scorso, il colpo di scena politico. Il nuovo sindaco progressista, Zohran Mamdani, ha chiesto pubblicamente a Tisch di restare al suo posto. Un gesto inatteso, dato che Mamdani aveva costruito parte della sua campagna sulla promessa di “ridisegnare la sicurezza cittadina”, spostando risorse verso servizi sociali e operatori civili nei casi non violenti.

Per alcuni, segno di pragmatismo. Mamdani non può permettersi di smantellare la macchina operativa che mantiene New York in equilibrio. Per altri, un rischio calcolato. Mettere due visioni opposte — la sicurezza algoritmica di Tisch e l’umanesimo politico del nuovo sindaco — nella stessa stanza, per forzare una nuova sintesi.

Le cinque questioni che domineranno la nuova stagione

Trasparenza dei dati e controllo pubblico. Tisch gestisce uno dei più vasti archivi di dati biometrici e di sorveglianza del Paese. La sfida è costruire un meccanismo di audit pubblico che permetta ai cittadini di sapere come e quando questi dati vengono usati — e da chi. Mamdani spinge per un “City Data Oversight Board” indipendente, ma la resistenza interna è forte.

Riforma della risposta alle emergenze sociali. Il sindaco vuole che operatori civili gestiscano parte delle chiamate 911 per casi di salute mentale o conflitti domestici minori. Tisch teme che questo rallenti l’efficienza della risposta e aumenti il rischio per i cittadini. Il dibattito segna la linea di frattura tra “sicurezza” e “cura”.

Uso dell’intelligenza artificiale e riconoscimento facciale. L’NYPD è tra i dipartimenti che più investono in algoritmi predittivi. Con l’arrivo del nuovo governo cittadino, si discuterà di limiti etici e di moratorie temporanee sull’uso di AI nei processi di identificazione.

Bilancio e priorità di spesa. Mamdani punta a ridurre il budget dell’NYPD per finanziare programmi sociali, ma Tisch avverte che tagli drastici metterebbero a rischio la modernizzazione in corso. Lo scontro si consumerà sulle cifre, ma dietro c’è la domanda cruciale. Ccosa significa “sicurezza” per una metropoli del XXI secolo?

Rapporto tra polizia e comunità. Dopo anni di tensioni e proteste, il nuovo corso dovrà ricostruire fiducia. Tisch vuole farlo con più efficienza e tempi di risposta migliori. I movimenti civici chiedono presenza, ascolto e meno militarizzazione. È lo scontro più simbolico — e il più difficile da risolvere.

Un volto per una città in bilico

Jessica Tisch, un prisma. Riflette la promessa di una città ordinata e moderna, ma anche la paura di un potere algoritmico che non risponde più al cittadino. Con il nuovo sindaco, la partita che si apre non è solo tra due personalità ma tra due idee di sicurezza.

Da un lato, quella tecnica, che misura risultati e tempi di risposta. Dall’altro, quella sociale, che cerca di ridurre il bisogno stesso di polizia.

New York, come spesso nella sua storia, al centro di una sfida che va oltre i suoi confini. Capire, cioè, se la tecnologia possa servire la libertà. O se, senza una nuova politica della trasparenza, rischi di dominarla. Quale sarà la New York di Mamdani con Jessica Tisch al suo posto?


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