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Sport

La bici di Bartali al Museo della Memoria di Assisi

Una testimonianza della vita del grande uomo e campione del ciclismo italiano degli anni '50: "Un uomo di grande fede"

di Giovanni Vasso -


Una bici degli anni ’50 a marchio Bartali e restaurata con un telaio e altri pezzi d’epoca, in dono al Museo della Memoria di Assisi. Martedì scorso s’è tenuta la cerimonia di consegna. Alla presenza di monsignor Attilio Nostro, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea e segretario della Conferenza episcopale calabra, proprietario della bici. Di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. Di Gioia Bartali, nipote del grande campione, e Marina Rosati, direttrice del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944.

La bici Bartali al Museo della Memoria di Assisi

“Per il nostro Museo della Memoria- ha sottolineato Marina Rosati – è un grande dono perché, al di là dell’anno di produzione della bici, di poco successivo a quello delle grandi imprese di Bartali tra Assisi e Firenze, è il simbolo di un campione, di un cattolico fervente, di una persona di grande umiltà e umanità a cui ci ispiriamo per parlare ai nostri giovani del valore dello sport, della condivisione e fraternità”. Nel corso della cerimonia monsignor Nostro ha apprezzato l’esposizione assisana e in particolare la stanza dedicata a Bartali dove c’è anche la sua cappellina e dove è stata posta la bici. Sia il vescovo Sorrentino che monsignor Nostro hanno sottolineato “l’umanità del campione di cui si conoscono bene le gesta sportive ma forse meno la grande fede, il coraggio, il senso vero dello sport che non possono essere dimenticati. Aspetti che anzi, grazie a questa storia, a questi simboli, è bene far conoscere”.

Il lungo viaggio della bici fino ad Assisi

La bici, acquistata da monsignor Nostro, è una di quelle commercializzate negli anni ’50 dal grande campione. La cui figura è ricordata al Museo della Memoria di Assisi. Il vescovo calabrese l’ha poi consegnarla a Giovanni Nencini, figlio del ciclista Gastone, che si è occupato del restauro. L’obiettivo del religioso e del figlio dello sportivo era quello di ricreare una bicicletta che fosse quanto più simile a una dei tempi del vincitore di due Tour de France e anche dello stesso Gastone Nencini, nato pochi anni dopo Bartali. Come spiega lo stesso Giovanni Nencini. “La bici è stata restaurata, viste le condizioni con cui è stata trovata, nel rispetto del colore, di cui c’erano ancora tracce evidenti, così come delle marche, e delle caratteristiche originali. La bici presenta componenti coeve al telaio, tutte originali, con cui si allestivano le bici top di gamma di quegli anni. Ed è dotata di Cambio Campagnolo Parigi Roubaix; Movimenti Magistroni; Guarnitura Gnutti millerighe; Sella Brooks; Manubrio e attacco Manubrio Ambrosio Champion; Freni Universal; Cerchi Nisi.

La donazione di questa bici arricchisce il Museo della Memoria, dove si racconta la storia dei 300 ebrei salvati durante la seconda guerra mondiale. Per ringraziare monsignor Nostro del dono, Gioia Bartali ha portato un crocifisso della cappellina di Bartali, anche questa esposta nei locali del Museo assisano.


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