Per Abbonati

La guerra raddoppia: da Ue e Nato fondi all’Ucraina

di Eleonora Ciaffoloni -


Tutti i leader dei 27 si sono ritrovati ieri a Bruxelles per l’ultimo Consiglio Europeo prima della pausa estiva, che si concluderà nella giornata di oggi e che mette sul tavolo temi fondamentali: dalla guerra in Ucraina, alla situazione economica europea, fino alla questione migranti e la cooperazione internazionale. Ieri, in apertura, ancor prima dell’inizio della riunione dei 27 membri, si è parlato di Russia, Ucraina e Nato. Il vertice, difatti, è stato inaugurato dall’incontro con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, accolto dalle parole del presidente del Consiglio Ue Charles Michel: “La Nato e l’Ue condividono gli stessi valori. L’Ucraina sarà un importante tema delle nostre discussioni oggi. Per quanto riguarda il lato europeo, stiamo rafforzando le nostre capacità di difesa e sono certo che un’Ue più forte renderà più forte anche la Nato, perché alleati forti creano forti alleanze. Oggi avremo occasione di scambiare i nostri punti di vista e di prepararci al summit di Vilnius perché molti Stati membri dell’Ue sono alleati della Nato”.

UCRAINA TRA UE E NATO
L’Ucraina rappresenta un tema importante, di certo, che verte su due fronti: sia quello di ingresso all’interno dell’Unione Europea, sia sull’adesione alla Nato. A proposito di quest’ultima, ieri si è espresso affidandosi a un tweet il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba: “L’Ucraina continua a lavorare attivamente con tutti gli alleati della Nato per convincerli che è arrivato il momento di fare chiarezza sull’adesione dell’Ucraina all’Alleanza”. Chiarezza sulla richiesta che da Kiev sperano di avere in qualche modo già da questo Consiglio Ue, anche attraverso la presenza, in collegamento da remoto, del presidente Volodymyr Zelensky. Difatti, al termine del pranzo con Stoltenberg e successivamente al discorso della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, i 27 si sono riuniti per il vero e proprio vertice, con in primo paino il tema della guerra, ma anche e soprattutto della situazione in Russia dopo la fallita insurrezione di Wagner, la controffensiva ucraina e il sostegno dell’Ue a Kiev. Quest’ultimo punto, nonostante la mutata situazione, è quello che non sembra essere mai stato in discussione tra i vari Paesi. A confermarlo l’alto rappresentante della Politica estera Ue Josep Borrell: “L’unica risposta che possiamo dare è continuare a supportare l’Ucraina”. Rimane aperta la questione su quanto accaduto con la milizia Wagner e la momentanea disertazione dei mercenari, con una nuova visione della posizione di Putin che, sempre a detta di Borrell sembra trovarsi in “una modalità di pulizie, più assertivo” e sottolineando “è chiaro che Putin è indebolito e un Putin più debole è un pericolo più grande Resta non chiaro che cosa sia successo, chi fosse dietro questo gruppo militare” ha notato. Tuttavia, se da un lato il Consiglio europeo valuterà come gli sviluppi di tale situazione potranno incidere sulla guerra in Ucraina, dall’altro l’ammutinamento Wagner rimane un affare interno alla Russia. “Questa situazione minaccia anche la stabilità della Russia. La stiamo monitorando e abbiamo discusso le conseguenze. Ma è sempre stato chiaro che possiamo solo osservare: ciò che sta accadendo in Russia non riguarda altri Paesi”, ha detto in tal senso il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

SOSTEGNO INDISCUSSO
A dare manforte a Borrell, sul sostegno all’Ucraina, anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen: “Ora è importante raddoppiare il sostegno all’Ucraina, sia in termini militari che finanziari. È molto importante rimanere coerenti” ha dichiarato. E su questo la coerenza sembra esserci, visto che nell’ultimo incontro dei ministri degli Affari esteri, è stato concordato di incrementare di tre miliardi e mezzo il budget dello European Peace Facility, e cioè quel fondo che permette la fornitura di assistenza militare al Paese occupato. Un nuovo investimento europeo che si aggiunge agli aiuti già inviati all’Ucraina da un anno e mezzo a questa parte. Fondi che però, potrebbero rivelarsi insufficienti: per questo la Commissione europea sta studiando un modo per utilizzare anche i beni russi congelati dagli Stati europei e il tema sarà presumibilmente oggetto di dibattito, ma su cui la gran parte dei Paesi membri si dicono d’accordo, tra cui la premier estone Kaja Kallas: “Sono soddisfatta che la Commissione stia procedendo con la proposta sull’uso dei beni russi congelati per la ricostruzione dell’Ucraina. Pensoche non sia giusto che le risorse per la ricostruzione dell’Ucraina vengano dalle risorse dei nostri contribuenti, ma dovrebbero venire dai profitti russi e quando abbiamo gli asset, possiamo usarli a questo scopo”.


Torna alle notizie in home