Esteri

La marcia dei trattori arriva in Italia. Il capo è l’ex forcone

di Martina Melli -


La marcia dei trattori è approdata in Italia creando non poco scompiglio in diverse regioni, in particolare in Emilia Romagna e in Veneto dove centinaia di mezzi pesanti hanno bloccato Bologna e Verona. Il gruppo centrale, gli “agricoltori traditi”, è capeggiato da Danilo Calvani, sessantenne, contadino e piccolo imprenditore di latina che dieci anni guidava il movimento dei forconi. Come in quel caso, anche la protesta del 2024 (che ha visto unirsi alle sue fila anche noti esponenti complottisti e no- vax) abbraccia il supporto dell’estrema destra e del ministro Salvini. La rabbia degli agricoltori nostrani prende ovviamente il là da quella scoppiata in Germania in seguito ai tagli ai sussidi agricoli da parte del governo di Olaf Scholz.

Da inizio gennaio infatti, trattori e autotrasportatori invadono le principali città e arterie tedesche per manifestare la propria rabbia nei confronti dell’aumento del prezzo del carburante, del carovita, delle tasse e della svendita dei terreni. Nelle ultime settimane il malcontento ha contagiato anche i Paesi Bassi e la Francia dove, a Palmiers, una donna di 35 anni è stata addirittura uccisa da un auto che si è lanciata sulla folla di manifestanti. Feriti gravemente anche la figlia di 14 anni e il marito.

Nel caso italiano, la protesta mette al centro l’inefficienza dei sindacati (Coldiretti e Confagricoltura in primis) che spalleggiano il governo Meloni e si arricchiscono alle spalle dei lavoratori; le politiche agricole europee – dalle importazioni di cibi extracomunitari senza controllo sul piano sanitario e ambientale – alle innovazioni green (i cosiddetti “novel food”) che a breve dovrebbero entrare in commercio: la carne coltivata in laboratorio (creata a partire da cellule staminali di animali vivi) le farine di insetti, gli innumerevoli fermentati.

Danilo Calvani, che al tempo dei forconi del 9 dicembre 2013 ce l’aveva con i politici e la crisi economica indistintamente, nel 2024 ammonisce: “Siamo al disastro, tasse, accordi internazionali anche bilaterali con Paesi che permettono di portare qui merci a pezzi stracciati, ci stanno uccidendo e non abbiamo più rappresentanze sindacali. Le grandi confederazioni agricole ci hanno tradito. Si rischia una gravissima crisi alimentare a meno che non cominceremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica.

Qui ci vogliono portare”. Nel frattempo a Bruxelles si continua a discutere: l’Italia insieme alla Francia e all’Austria, con il sostegno delle delegazioni ceca, cipriota, greca, ungherese, lussemburghese, maltese, rumena, lituana e slovacca, ha appena firmato il “modello agricolo europeo” per portare all’attenzione del Consiglio Agricoltura e Pesca la forte opposizione al cibo coltivato in laboratorio. Il documento è intitolato “Il ruolo della Pac nel salvaguardare una produzione alimentare di qualità e primaria basata sull’agricoltura” ma in realtà riguarda il tentativo delle delegazioni di contrastare queste “nuove pratiche che includono la produzione di carne con la tecnologia delle cellule staminali, che richiede tessuti di animali vivi”.

I ministri vogliono in sostanza che la Commissione europea avvii una consultazione pubblica sulla questione e una vera e propria valutazione d’impatto prima di autorizzare qualunque tipo di vendita. “Lo sviluppo di questa nuova produzione di alimenti coltivati in laboratorio solleva molte questioni che devono essere discusse a fondo tra gli Stati membri, la Commissione, le parti interessate e il pubblico in generale” si legge nel documento.

La delegazione chiede che “prima di qualsiasi autorizzazione” al commercio, la “Commissione avvii una vera e propria consultazione pubblica sulla carne coltivata in laboratorio” e una “valutazione d’impatto completa e basata sui fatti sulla carne artificiale prima di qualsiasi autorizzazione alla vendita e al consumo”. Questa valutazione d’impatto dovrà affrontare “questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, oltre che nutrizionali, di sicurezza sanitaria, di sovranità alimentare e di benessere animale”.


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