Esteri

La strana democrazia. Zelensky ferma le elezioni, Putin si ricandida

di Ernesto Ferrante -


Vladimir Putin non molla. Il presidente russo sta lavorando ad una sua candidatura alle elezioni presidenziali del marzo 2024, per restare al potere fino al 2030. Lo hanno riferito all’agenzia Reuters diverse fonti. Secondo l’agenzia, il capo del Cremlino starebbe rafforzando la sua rete di sostenitori negli apparati burocratici e militari, necessari per una nuova vittoria.

Urne “congelate” in Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, nel corso del suo consueto videomessaggio serale, ha risposto alle voci su eventuali elezioni a marzo 2024 dicendo che non è il momento per tenerle. Lo riporta Unian, precisando che per Zelensky è irresponsabile “lanciare” questo tema nella società civile. L’ex comico sostiene che questo è il momento in cui gli ucraini dovrebbero pensare esclusivamente a proteggere il Paese e “non disintegrarsi” in polemiche politiche.

“Ulteriori sistemi Nasams dei partner sono stati messi in servizio di combattimento. Rafforzamento tempestivo della nostra difesa aerea prima dell’inverno”. E’ stato lo stesso leader ucraino ad annunciarlo su Telegram, aggiungendo inoltre che “operazioni di combattimento (sono in corso) nelle direzioni Kupyansk (regione di Kharkiv), Bakhmut (Donetsk), Avdiivka (Donetsk) e nel sud”.

Ankara si ripropone per mediare tra Mosca e Kiev. “La Turchia continuerà a fare del suo meglio per stabilire la pace ed è pronta ad ospitare i negoziati se le parti ne avranno la volontà”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan durante un colloquio con l’omologo della Bielorussia, Serghei Aleinik. Come riporta CnnTurk, nel corso dell’incontro Fidan ha ribadito che la Turchia vorrebbe che il conflitto tra Russia e Ucraina finisse alla svelta, in quanto “il prolungamento della guerra ha effetti negativi sia a livello regionale che globale”.

La Russia ha completato l’uscita dal Trattato sulle Forze armate convenzionali in Europa (Cfe), che pone limiti al possesso di armi convenzionali da parte dei firmatari.
L’abbandono del Cfe è avvenuto a mezzanotte ora di Mosca, si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri russo.

“Il Cfe è stato concluso alla fine della Guerra fredda, quando sembrava possibile formare una nuova architettura della sicurezza europea basata sulla cooperazione”, spiega il ministero guidato da Sergei Lavrov, sottolineando che la Nato l’ha “apertamente aggirato” con l’allargamento a nuovi membri


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