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La zona d’interesse sul Milan “Il venditore resta padrone”

Che interesse avrebbe avuto il fondo d’investimento Elliott a simulare la vendita dell’Ac Milan alla società RedBird di Jerry Cardinale (nella foto), finanziandolo per quasi metà degli 1,2 miliardi pattuiti (560 milioni di euro) al tasso del 7%, rimanendo invece nella stanza dei bottoni del club calcistico con un controllo indiretto, di cui peraltro presidente (Paolo Scaroni) e amministratore delegato (Giorgio Furlani) sono rimasti gli stessi nel passaggio di proprietà? Insomma, qual è il movente di questa presunta operazione finanziaria fittizia che vede sotto inchiesta per ostacolo alla vigilanza della Figc l’attuale Ad del Milan, Giorgio Furlani, e il predecessore Ivan Gazidis (nella foto), presunti responsabili dell’opacità dell’operazione che ha fatto perdere di vista la “zona d’interesse” della compravendita e che la permea di mistero? Gli inquirenti non rispondono a queste domande nel decreto di perquisizione che vale anche come avviso di garanzia ai due manager, sottolineando che il “fondo Elliott conserva attualmente il controllo della società, laddove all’autorità di vigilanza della Figc sarebbe, invece, stata rappresentata l’effettiva cessione della proprietà a favore del fondo RidBird”. Col contratto di “vender loan” (mediante il quale si evita di rivolgersi alle banche per indebitarsi), gli inquirenti dicono che in questo modo RidBird non sarebbe altro che uno schermo tramite cui a Elliott garantisce il controllo della proprietà.

LA DENUNCIA
Le indagini della guardia di finanza di Milano scattano su segnalazione del veicolo Blue Sky, socio di minoranza del Milan. Esso afferma che nella presunta vendita del 31 agosto 2022 da parte di Paul Singer, patron di Elliott, di cui solo 600 milioni furono versati subito, gli altri sono presi a prestito dall’acquirente che paga allo stesso venditore un servizio al debito del 7% annuo vede non solo poca trasparenza, ma sottolinea anche un danno per la “perdita di garanzia sul finanziamento” per oltre 100 milioni di euro. Otto mesi più tardi, nell’aprile 2023, la Procura di Milano con una rogatoria in Lussemburgo avvisa i primi due indagati, Jean Marc McLean e Daniela Italia, consiglieri di una società di Elliott, acquisendo documenti definiti da fonti investigative “molto interessanti” perché dimostrano la supposta irregolarità della cessione. Dunque, se Elliott comunica che “il Milan è stato venduto a Red Bird il 31 agosto 2022 ed a partire da quella data Elliott non ha più alcuna partecipazione azionaria o controllo sul club”, i Pm Polizzi e Cavalleri, coordinati dal procuratore Viola, annettono rilievo ad esempio al documento firmato da RidBird che nella comunicazione alla Figc spiega che i 600 milioni versati a Elliott in contanti provengono da un proprio fondo, mentre alla Commissionaria di Borsa americana, Sec, cui non possono raccontare frottole perché rischiano le manette mentre da quello trasmesso alla Figc “sembra emergere che la maggior parte del capitale usato per la compravendita venga da un veicolo societario non riferibile” a RidBird. Ma è così? Se a questo si aggiunge che i fondi Elliott e RidBird hanno sede allo stesso indirizzo nello stato Usa del Delaware (ma si tratta di un centro che fornisce servizi a migliaia di società) e che si parla dell’ingresso di nuovi azionisti (il fondo del Bahrein Investcorp e il saudita Pif) che rileverebbero il 41,7% del Milan acquistando l’80% del prestito di Elliott a RidBird con l’obiettivo di salire al 99,9% del club, il quadro è complesso. Che cosa ci avrebbero guadagnato i due fondi? Elliott ha inscritto a bilancio una plusvalenza di 400 milioni sostituendo capitale di rischio con quello di debito, mentre RidBird nel 2022 si è finanziato a un tasso vantaggioso, il 7%, quando le banche chiedevano quasi il doppio. Il Milan sul piano sportivo in Italia e in Europa, perchè Elliott controlla anche il Lille, rischia sanzioni non banali. Dipenderà dal rapporto che la giustizia ordinaria trasmetterà a quella sportiva.