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Attualità

L’Albanese sfrattata, altro che Polizia “fascista”

di Giuseppe Tiani -


Il senatore del PD Walter Verini, ha dichiarato che le parole di Francesca Albanese delegata ONU
per la Palestina “non appartengono ai valori della sinistra italiana ed europea”. Tradotto: sfratto
esecutivo per occupazione abusiva dello spazio pubblico progressista.

L’Albanese, accolta come eroina dai salottini démodé è riuscita nell’impresa, unire Hamas e l’antifascismo in un unico e brillante, cortocircuito morale e storico. Non contenta della sua benevola lettura delle gesta di Hamas, ha dato della “fascista” alla polizia italiana. Lo ha fatto nel tribunale di Milano, tra magistrati e avvocati che applaudivano estasiati, come se la libertà d’insulto fosse la nuova frontiera dei diritti umani.

Nel suo schema mentale, la toga è democratica, la divisa è fascista. Il criterio è curioso, considerato che i poliziotti apostrofati come fascisti sono quelli che proteggono anche la sua libertà di parola, e tutelano i magistrati più esposti. Il gonfalone dell’antifascismo, sventolato oggi da neoborghesi di plastica, non rappresenta altro che l’appendice della più genuina cultura conservatrice della borghesia del primo Novecento: un antifascismo che funziona solo finché non si misura con la realtà.

Il grande Pasolini, interprete acuto e sensibile della società e del suo tempo, così descrisse la borghesia, “una classe regressiva, omologante e priva di autentici valori culturali, espressione di una nuova forma di fascismo”. In effetti, la borghesia ha sempre imposto il proprio conformismo morale e di costume, rivelandosi, sotto questo profilo, persino più opprimente del fascismo storico.

Paradosso? Albanese è una delegata ONU, la funzione suggerirebbe equilibrio e misura, non modi da assemblea studentesca in trasferta all’ONU. La diffusa superficialità nell’uso del termine “fascista”, lo sta svuotando di ogni senso storico, diventato un insulto prêt-à-porter utile per qualche applauso. Resta una domanda, semplice e imbarazzante, in quell’aula del tribunale di Milano, chi era il fascista?


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