Cultura & Spettacolo

Le origini sacre e democratiche della tragedia greca

di Michele Enrico Montesano -


Il Teatro più antico del mondo si trova sulle pendici meridionali dell’acropoli di Atene: è il Teatro di Dioniso. Intitolato così sia per la vicinanza della struttura al tempio dell’omonimo dio, sia perché Dioniso è il dio del Teatro. Per Aristotele, infatti, la tragedia è “sorta in origine dall’improvvisazione, da coloro che intonavano il ditirambo”. Eratostene gli fa eco nel poemetto Erigone: “In Icaria, colà per la prima volta danzarono intorno ad un capro”. La capra è l’animale sacro per Dioniso dio del vino, dell’ebbrezza e del Teatro. La tragedia nasce da un rito. Rito che Pisistrato istituì nel 535-533 a.C. sotto il nome di Grandi Dionisie. Un altro politico ateniese, Clistene, è considerato il padre della democrazia grazie alle sue riforme, tra le quali troviamo quella che innalza le Grandi Dionisie non solo a festa religiosa ma anche civica e politica. Teatro e politica diventano due facce della stessa medaglia al punto tale che, Pericle, in seguito, istituisce il Theōrikon (θεωρικόν) per permettere ai cittadini poveri di partecipare agli spettacoli teatrali, sostenendo statalmente il costo del biglietto. A testimonianza di come la polis consideri il Teatro un diritto civico e un dovere democratico. È sempre sotto Pericle che probabilmente inizia la costruzione del Teatro accanto al tempio. A seguito di un incidente sorse la necessità di dotarsi di un Teatro in pietra e marmo. Durante le Lenee (feste dedicate a Dioniso Leneo), secondo alcune fonti, o nel quartiere di Limne, secondo altre, ci fu un crollo della struttura lignea (ikria) che ospitava gli agoni drammatici, situata nei pressi del tempio.
Citando il grecista e filologo Carlo Ferdinando Russo, nel Limne “si tenevano gli agoni drammatici degli Ateniesi prima che il Teatro fosse costruito, e per gli spettatori venivano impiantati di volta in volta banchi di legno. Il Leneo, si dice, fu abbandonato all’inizio della seconda metà del V secolo in conseguenza del riassetto pericleo del Teatro di Dioniso”. Durante la costruzione le rappresentazioni avvenivano nel santuario di Dioniso.
Ecco spiegato perché il Témenos (o santuario) di Dioniso fosse adiacente al Teatro di Dioniso. Attori e sacerdoti condividevano lo stesso spazio. Possiamo dunque considerare gli attori alla pari degli officianti. Il Teatro era parte del complesso sacro in onore al dio, tanto che nella prima gradinata scolpirono un sedile di marmo, riccamente decorato, riservato al sacerdote di Dioniso. Questo testimonia la sacralità della rappresentazione. Non era mero intrattenimento ma un rito sociale e religioso. Il Teatro fu ultimato sotto Licurgo con una cavea composta da 78 ordini di gradinate, capaci di ospitare fino a 15 mila persone. Tutta la città andava a Teatro perché il Teatro era il suo specchio.


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