Esteri

Libia-Israele: Eli Cohen “inguaia” Najla Mangoush

di Ernesto Ferrante -


La ministra degli Esteri libica Najla Mangoush è in mezzo ad una bufera politica e diplomatica. Il primo ministro Abdul Hamid Dbeibah è stato costretto a sospenderla dopo il suo incontro a Roma con il capo della diplomazia israeliana Eli Cohen.
Il presidente del Consiglio presidenziale libico Mohamed Menfi ha scritto a Dbeibah per chiedere delucidazioni sull’accaduto. Nella lettera del premier si legge che “non riflette la politica estera dello Stato libico” e si tratta di “una violazione delle leggi libiche che criminalizzano la normalizzazione con l’entità sionista”.
E’ stata anche istituita una commissione d’inchiesta presieduta dal ministro della Giustizia. Nel frattempo il ministro libico della Gioventù, Fathallah Abdul Latif Al-Zani, è stato incaricato di dirigere temporaneamente il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il ministero degli Esteri libico, nel tentativo di spegnere il fuoco, ha affermato che il faccia a faccia tra Mangoush e l’omologo di Tel Aviv è stato “casuale, informale e non preparato, durante un incontro con il ministro degli Esteri italiano” e “non ha previsto discussioni, accordi o consultazioni, ma il ministro ha affermato in modo chiaro e inequivocabile le richieste della Libia nei confronti della questione palestinese”.
Vengono prese le distanze “totalmente e dettagliatamente, dall’utilizzo fatto da parte della stampa ebraica e internazionale e dal tentativo di dare all’accaduto il carattere di un incontro, di colloqui o anche di un accordo”.
Durissima la reazione del Consiglio di Stato libico, che ha espresso “stupore” per quello che è stato definito “un passo che viola le regole del boicottaggio del nemico sionista e viola le decisioni e le posizioni arabe e islamiche”.
Le autorità dello Stato sono chiamate ad “adottare urgentemente le misure necessarie per ritenere gli interessati responsabili e per garantire che non ci siano state conseguenze da quell’incontro”.
La presidenza della Camera dei Rappresentanti della Libia ha convocato i deputati per una sessione d’urgenza presso la sede del Parlamento di Bengasi per discutere del “crimine commesso contro il popolo libico e le sue costanti nazionali”.
Infuriano le proteste a Tripoli, Al-Zawiya, Tajoura, Misurata, Sabratha, Zintan e Yafran. Sui social sono stati diffusi video e immagini in cui si vedono manifestanti che bruciano bandiere israeliane.

Libia-Israele, l’incontro segreto e il ministro Mangoush nella bufera

Eli Cohen è sotto attacco in patria per aver rivelato di aver incontrato la collega di Tripoli, costretta a rifugiarsi in Turchia. “Irresponsabile e dilettantesco”. Queste le accuse dell’opposizione, mentre fonti del governo gli addebitano di aver inflitto un danno alla diplomazia.
“I Paesi guardano all’irresponsabile rivelazione dei ministri degli Esteri israeliano e libico e si chiedono: è un Paese con cui è possibile gestire le relazioni straniere? È un Paese di cui ci si può fidare?”, ha denunciato il leader dell’opposizione Yair Lapid.
“Questo è ciò che accade quando si nomina Eli Cohen, un uomo senza alcuna esperienza nel settore, ministro degli Esteri – ha rincarato la dose Lapid – L’incidente con il ministro degli Esteri libico è stato dilettantesco, irresponsabile e dimostra una grave mancanza di capacità di giudizio. Questo è un giorno di vergogna nazionale e di messa in pericolo di una vita umana per un titolo di giornale”.
Najla Mangoush è arrivata nelle scorse ore a Istanbul a bordo di un aereo messo a disposizione dall’esecutivo di cui faceva parte con la collaborazione dell’Agenzia per la sicurezza interna. Lo ha riportato il sito israeliano di notizie Ynet, citando un informatore anonimo della sicurezza. Il governo di Tripoli e Israele non hanno “relazioni formali”.

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