L’influencer Camilla De Pandis nella bufera per un pass disabili falso
La giovane si vantava di aver utilizzato un pass disabili falso per saltare le code alle attrazioni degli Universal Studios di Orlando, in Florida.
Stavolta, al centro della tempesta mediatica c’è l’influencer Camilla De Pandis, ventenne milanese e volto noto di TikTok, finita nell’occhio del ciclone per un gesto che ha indignato migliaia di utenti. Il caso è esploso dopo la pubblicazione di un video in cui la giovane si vantava di aver utilizzato un pass disabili falso per saltare le code alle attrazioni degli Universal Studios di Orlando, in Florida.
Il video che ha scatenato la polemica
Nel vlog pubblicato il 29 ottobre 2025 sul suo canale social, l’influencer ha raccontato con tono ironico la sua esperienza nel celebre parco divertimenti americano. Il pass, riservato alle persone con disabilità, sarebbe stato ottenuto senza alcun diritto, e mostrato come “trucco” per evitare le lunghe attese. Il contenuto è stato rapidamente rimosso, ma non prima di essere stato condiviso e commentato da migliaia di utenti indignati.
Reazioni e indignazione online
La reazione del pubblico non si è fatta attendere. Sui social, l’influencer è stata accusata di mancanza di rispetto verso le persone con disabilità e di promuovere comportamenti scorretti. Camilla De Pandis ha poi pubblicato un messaggio di scuse, definendo l’episodio una “leggerezza” e ammettendo l’errore: “Abbiamo sbagliato a fare il pass per scherzo. Non volevamo offendere nessuno”, ha dichiarato.
Chi è Camilla De Pandis
Con oltre 1,6 milioni di follower su TikTok e più di 700.000 su Instagram, Camilla è una delle influencer italiane più seguite tra i giovani. I suoi contenuti spaziano tra vlog, podcast e video di intrattenimento, spesso caratterizzati da uno stile ironico e provocatorio. Ma questa volta, l’ironia ha superato il limite.
Le implicazioni etiche e legali
L’uso improprio di un pass disabili, soprattutto se documentato pubblicamente, può avere conseguenze legali. Negli Stati Uniti, l’accesso fraudolento a servizi riservati a persone fragili è considerato un reato. Inoltre, il gesto ha riacceso il dibattito sulla responsabilità sociale degli influencer, chiamati a riflettere sull’impatto dei loro contenuti.
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