Editoriale

L’istituto ombra

di Tommaso Cerno -

Tommaso Cerno


di TOMMASO CERNO

Ma non sarà che la sinistra che accusa la destra di monopolio dell’informazione alla fine stia sostituendo il famigerato Istituto Luce dei tempi del Fascismo con un più moderno Istituto Ombre che ripete le stesse accuse per tutti, invocando dimissioni quasi quotidiane, che puntualmente non arrivano, costruendo una contro retorica della Giustizia che non ha nulla a che vedere con la trasparenza dello Stato e la centralità del Parlamento.

Solo dall’inizio di questa legislatura il caso Santanché è l’ennesimo copione di accuse rivolte, critiche legittime, toni anche forti che ci stanno nella dialettica democratica, ma con questa musica di fondo per cui il governo sa già che l’opposizione attacca ma non affonda, la sinistra si divide in diverse tonalità di critica, ma tutti sanno che è una finzione che farà contenti tutti alla fine: il ministro che non si dimetterà, l’opposizione che potrà gridare allo scandalo, i commentatori che potranno dividersi ed elaborare le loro teorie.

Chi rimane del tutto escluso è il protagonista nel nome del quale la democrazia è stata fondata, le sentenze dei Tribunali vengono pronunciate, le decisioni sulle maggioranze da mandare in Parlamento vengono delegate: il popolo italiano. Siamo sicuri che quanto stiamo vedendo avenire in Parlamento in queste ore, in tutto simile se non identico a quanto avvenuto tante altre volte, sia nell’interesse dell’azionista di maggioranza della Repubblica? Oppure siamo finiti anche in questo caso dentro un sistema di scontro bipolare dove tutto si polarizza, ogni parte politica punta la luce dove crede, lasciando in ombra l’interesse generale che non corrisponde né al garantismo forzato di chi dice che tutto va bene ma nemmeno all’idea di una giustizia sommaria che rimuove il problema prima che le istituzioni deputate a giudicarlo abbiano davvero sancito che quel problema esiste.

E questo perché l’effetto materiale che produce un processo mediatico prevedibile che ha come carburante prima ancora dei fatti certi una dimensione di giudizio politico è quello di una tempesta che si abbatte su un luogo all’improvviso, dura il tempo di fare paura un po’ a tutti, ma poi se ne va. E se dove ha colpito i danni materiali non sono quelli di una vera calamità, la vita riprende più forte di prima. E quello che doveva essere un veleno da inserire in un sistema per indebolirlo e combatterlo finisce per diventare l’antidoto che lo fa sopravvivere.

E questo perché se l’Istituto Luce è un sinonimo di informazione deviata e di propaganda di Stato, l’Istituto Ombra è il rovescio della stessa medaglia: vedere buio dappertutto è come illuminare solo gli aspetti che si vogliono mostrare. È una scorciatoia che rischia di non funzionare più, perché abusata e perché in contrasto con la materialità dei problemi quotidiani di milioni di persone che vedono nella politica più l’esercizio di uno scontro totale per scambiarsi ruoli di potere e poltrone che non una dialettica rappresentativa per provare a risolvere davvero i problemi che cascano sulla testa della gente normale, quella che va a lavorare ma non ha più i soldi per vivere come viveva prima. Quella che studia ma non trova niente da fare che valga lo sforzo di anni piegato sui libri. Quella dei figli che per la prima volta hanno meno soldi e possibilità di quante ne abbiano avuto i genitori.


Torna alle notizie in home