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Esteri

Lo scontro tra Usa e Venezuela approda all’Onu

La riunione del Consiglio di Sicurezza

di Mauro Trieste -


Si terrà martedì prossimo 23 dicembre, alle 15 ora locale, le 21 in Italia, una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dedicata al Venezuela, sotto pressione da parte degli Stati Uniti, che hanno imposto un blocco alle petroliere sanzionate. “Chiediamo – si legge nella lettera inviata da Caracas – che ci sia un incontro urgente del Consiglio di sicurezza per discutere dell’aggressione in corso contro la Repubblica bolivariana del Venezuela”.

I dettagli del nuovo raid degli Usa

Mercoledì, sotto la direzione del Segretario della Guerra Pete Hegseth, la Joint Task Force Southern Spear “ha condotto un attacco cinetico letale su un’imbarcazione gestita da un’organizzazione terroristica, designata come tale, in acque internazionali”. L’intelligence ha confermato che “stava transitando lungo una nota rotta del narcotraffico nel Pacifico orientale ed era impegnata in operazioni di narcotraffico. In totale, quattro narcoterroristi sono stati uccisi e nessun militare statunitense è rimasto ferito”. Lo ha reso noto su X lo Us Sothern Command, postando un video che mostra il momento in cui il motoscafo viene colpito.

L’azione ordinata da Hegseth porta a quasi 100 il numero di persone uccise nei raid statunitensi da settembre su 26 imbarcazioni nell’Oceano Pacifico orientale e nei Caraibi. Diversi esperti legali hanno parlato di “esecuzioni extragiudiziali in acque internazionali”, mentre Trump le ritiene operazioni necessarie per fermare il flusso di droga negli Stati Uniti proveniente dai cartelli della droga, in particolare quelli con sede in Venezuela.

La decisione del leader del Venezuela

Secondo il New York Times, la tensione è destinata a salire ulteriormente. Nelle ore successive al post di minacce di blocco del presidente americano, diverse navi salpate dal Venezuela verso l’Asia sarebbero state scortate da imbarcazioni della Marina di Caracas. Nessuna di esse figurerebbe però nella lista delle petroliere sanzionate dagli Usa come parte della flotta accusata di gestire il mercato nero del petrolio venezuelano verso la Cina. L’annuncio trumpiano avrebbe colto di sorpresa i vertici del Pentagono e il quartier generale del Southern Comand in Florida, che supervisiona le operazioni nei Caraibi.

I vertici militari hanno convocato una riunione per stabilire come gestire la situazione, considerato che l’utilizzo di forze militari per imporre un blocco navale viene considerato un atto di guerra. La limitazione della misura alle navi sanzionate dagli Usa sta creando confusione su chi dovrebbe guidare l’azione, se i militari o le agenzie che dipendono dal dipartimento della Sicurezza Interna.

A cosa mira Donald Trump

Se Maduro dovesse continuare ad ordinare alla Marina militare di “accompagnare” le navi commerciali, il rischio di uno scontro militare in mare tra Washington e Caracas diverrebbe concreto. Le forzature del capo della Casa Bianca rientrano in una campagna di pressione per costringere Maduro a lasciare il potere. Gli atti ostili di tipo economico, come l’annunciato blocco delle esportazioni petrolifere che sono il pilastro delle finanze venezuelane, sono finalizzati a mettere in ginocchio l’apparato di potere del presidente e ad innescare contestualmente tumulti interni, per spianare la strada all’ascesa delle opposizioni.


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