Esteri

L’ultima speranza per Julian Assange

di Martina Melli -


Julian Assange rischia di essere estradato e condannato all’ergastolo negli Stati Uniti. Per sette anni il giornalista si è rifugiato in un piccolo ufficio trasformato in camera da letto presso l’ambasciata ecuadoriana nel centro di Londra.

L’udienza di oggi sul “permesso di ricorrere in appello” – udienza che durerà due giorni – potrebbe essere l’ultima opportunità per Assange di evitare l’estradizione e il processo negli Usa. Secondo l’accusa statunitense, Assange avrebbe cospirato per ottenere segreti di sicurezza e difesa nazionale per poi pubblicarli.

Se i due giudici dell’Alta Corte di Londra – Dame Victoria Sharp e Mr Justice Johnson – non gli consentiranno di contestare l’ordine di estradizione, la sua unica strada sarà la Corte Europea dei Diritti Umani. In caso contrario, ovvero se dovesse ottenere il permesso di ricorrere in appello, l’intero caso verrà archiviato di nuovo, probabilmente per mesi.

Assange non è cittadino statunitense e non ha compiuto reati sul territorio americano. Non solo, Chelsea Manning, la ex soldatessa usa, attivista e whistleblower che ha passato decine di documenti a Wikileaks, ha scontato 7 anni di carcere e poi ha ricevuto la grazia.

I rapporti tra Assange e il governo ecuadoriano sono diventati più difficili dopo l’insediamento del presidente Lenín Moreno nel 2017. Nell’aprile 2019, secondo Moreno la pazienza dell’Ecuador aveva “raggiunto il limite” con il “comportamento scortese e aggressivo” di Assange e in un brusco post su Twitter, il presidente aveva poi annunciato la fine dell’asilo diplomatico del giornalista.


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