Orrore a Cuneo nel centro disabili affamati e legati
Ragazzi autistici affamati, legati per ore, lasciati senza cure e assistenza adeguata. È l’accusa che scuote la cooperativa sociale Per Mano di Borgo Gesso, alla periferia di Cuneo, dove i carabinieri hanno eseguito due arresti in carcere, quattro ai domiciliari e undici divieti di avvicinamento. In cella sono finite la direttrice della struttura, Emanuela Bernardis, e la coordinatrice Marilena Cescon, entrambe accusate di maltrattamenti aggravati nei confronti degli ospiti del centro, persone affette da autismo e gravi disturbi psichiatrici. Entrambe avranno modo di difendersi davanti al Gip.
Maltrattamento disabili: l’inchiesta a Cuneo
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Cuneo, rappresenta un nuovo e più grave capitolo rispetto al fascicolo già chiuso con 12 rinvii a giudizio. In quell’indagine, i magistrati avevano contestato una lunga serie di violenze psicologiche e fisiche consumate tra il 2014 e il 2019. Ma le nuove risultanze investigative, basate su testimonianze, intercettazioni e filmati interni, delineano, secondo l’accusa, un quadro di sistematici abusi e umiliazioni ai danni dei disabili affidati alla cooperativa. Il Gip ha ritenuto sussistenti i rischi di reiterazione del reato e inquinamento delle prove, motivando così le misure cautelari.
Il clima di “sopraffazione e degrado”
Gli interrogatori di garanzia sono previsti in questi giorni. La struttura diurna, che da anni opera nel settore dell’assistenza ai disabili, accoglie una ventina di ospiti e godeva della fiducia di molte famiglie della provincia. Per gli inquirenti, nel centro si sarebbe instaurato un “clima di sopraffazione e degrado”, tollerato e in alcuni casi ordinato dalle due responsabili. Gli operatori, adesso in parte sospesi o interdetti, avrebbero sottoposto i ragazzi a pratiche di contenzione non giustificate, legandoli per ore alle sedie o ai letti, e avrebbero imposto diete ridotte come forma di punizione. In altri casi, il cibo somministrato sarebbe stato scadente o in quantità insufficienti.
Gli episodi più gravi
Tra gli episodi più gravi riportati dagli atti, figurano le ore trascorse da alcuni ospiti nella cosiddetta room relax: una stanza di isolamento, dove venivano lasciati senza assistenza né cambio dei dispositivi sanitari. Emergono anche segnalazioni di insulti, percosse e umiliazioni pubbliche, oltre all’uso improprio di farmaci sedativi per mantenere calmi i pazienti più agitati. I familiari di diverse presunte vittime si sono già costituiti parte civile e chiedono che venga fatta piena luce su quanto accaduto. Nel secondo filone d’indagine, figurano anche altri operatori già coinvolti nel procedimento che prenderà avvio il 16 dicembre davanti al Tribunale.
Il processo si preannuncia complesso: da un lato, la necessità di verificare l’attendibilità delle testimonianze e il contesto operativo di una struttura che assiste soggetti difficili da contenere; dall’altro, la gravità delle contestazioni che chiamano in causa chi avrebbe dovuto garantire cura, dignità e protezione. La cooperativa Per Mano è da tempo attiva nel territorio cuneese, con convenzioni pubbliche e progetti finanziati anche da enti locali. Proprio per questo, l’impatto dell’indagine è fortissimo. La Procura non esclude ulteriori sviluppi e nuove iscrizioni nel registro degli indagati, mentre la Regione Piemonte ha disposto verifiche straordinarie sulle strutture analoghe presenti nel territorio.
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