Politica

Meloni a valanga su Corte Ue: “Indebolisce lotta a clandestini”

La premier: "Singolare che tutto ciò avvenga a pochi mesi dall'entrata in vigore del Patto Ue su immigrazione e asilo"

di Maria Graziosi -


La premier Giorgia Meloni non ci sta e critica la decisione della Corte di Giustizia Ue in materia di immigrazione e dei cosiddetti Paesi sicuri. La premier ha bollato la sentenza come un’improvvida invasione di campo rispetto alle giurisdizioni nazionali. Non poteva che replicare, puntuta, Giorgia Meloni alla Corte Ue dal momento che la sentenza impatta sull’impalcatura legislativa (e non…) delle politiche sull’immigrazione varate dal governo italiano.

La sorpresa della premier

Sui social, a distanza di un po’ di tempo dalla sentenza della Corte Ue, non s’è fatta attendere la replica della premier Meloni. Che ha rivolto parole critiche all’operato dei magistrati comunitari: “Sorprende la decisione della Corte di Giustizia UE in merito ai Paesi sicuri di provenienza dei migranti illegali. Ancora una volta la giurisdizione, questa volta europea, rivendica spazi che non le competono, a fronte di responsabilità che sono politiche”. Ma non è tutto. Perché, questo, è solo l’inizio di un lungo atto d’accusa che la presidente del consiglio italiano rivolge all’Ue.

La Corte Ue e i rilievi di Meloni

La presidente del Consiglio tuona: “La Corte di Giustizia Ue decide di consegnare a un qualsivoglia giudice nazionale la decisione non sui singoli casi, bensì sulla parte della politica migratoria relativa alla disciplina dei rimpatri e delle espulsioni degli irregolari”. Una circostanza che, per la premier, cambierà le cose e in peggio: “Così, ad esempio, per l’individuazione dei cosiddetti Paesi sicuri fa prevalere la decisione del giudice nazionale, fondata perfino su fonti private, rispetto agli esiti delle complesse istruttorie condotte dai ministeri interessati e valutate dal Parlamento sovrano”. Si tratta, per la presidente del consiglio di “un passaggio che dovrebbe preoccupare tutti – incluse le forze politiche che oggi esultano per la sentenza – perché riduce ulteriormente i già ristretti margini di autonomia dei Governi e dei Parlamenti nell’indirizzo normativo e amministrativo del fenomeno migratorio”.

“Ora l’Europa è più debole”

La decisione della Corte indebolisce le politiche di contrasto all’immigrazione illegale di massa e di difesa dei confini nazionali”, sentenzia Meloni che scivola in tackle sui giudici della Corte Ue: “È singolare che ciò avvenga pochi mesi prima della entrata in vigore del Patto Ue su immigrazione e asilo, contenente regole più stringenti, anche quanto ai criteri di individuazione di quei Paesi: un Patto frutto del lavoro congiunto della Commissione, del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea”. E infine l’impegno: “Il Governo italiano per i dieci mesi mancanti al funzionamento del Patto europeo non smetterà di ricercare ogni soluzione possibile, tecnica o normativa, per tutelare la sicurezza dei cittadini”.


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