Politica

Il modello Caivano per la Sicilia: ecco i piani del governo per Catania e Palermo

di Giovanni Vasso -


Il modello Caivano sbarca in Sicilia: ecco i progetti del governo per risanare le periferie di Palermo e di Catania. A presentarli, oggi, il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, che ha tenuto due importantissime riunioni nelle due città siciliane che saranno oggetto dei progetti che sono rientrati all’interno del Piano straordinario di interventi infrastrutturali e di riqualificazione sociale e ambientale. Gli incontri si sono tenuti proprio là dove il “modello Caivano” punta a cambiare le cose, ossia al Comune di Catania e nella parrocchia di San Paolo Apostolo, nel quartiere di Borgo Nuovo a Palermo. Insieme a Mantovano c’erano, alle due riunioni, gli amministratori locali e le autorità dei territori interessati, tra cui i sindaci di Catania, Enrico Trantino, e di Palermo, Roberto Lagalla, oltre al Commissario Straordinario di Governo Fabio Ciciliano.

Come cambierà il quartiere San Cristoforo a Catania

Allo stato attuale, San Cristoforo a Catania è un’area ad alta densità abitativa, che vanta circa 18mila abitanti. Costretti a vivere nello sfacelo di un consolidato degrado urbano, con servizi insufficienti, edifici fatiscenti, scarsa manutenzione e carenze infrastrutturali. La situazione socio-economica locale è problematica e molte, troppe, delle famiglie di quell’area vivono in condizioni di povertà. Il Piano straordinario per questa riqualificare la periferia catanese, così come spiegato dallo stesso sottosegretario Alfredo Mantovano, consta di due fasi o, meglio, di due macroaree di interventi infrastrutturali e di progetti per la riqualificazione. Gran parte del piano ruota attorno alla realizzazione di una nuova sede per l’istituto comprensivo scolastico Dusmet Doria plesso via Playa, un percorso turistico pedonale attrezzato in via S. Angelo Custode e via Playa, una palestra annessa all’istituto Madonna della Provvidenza, un centro comunale di raccolta rifiuti differenziati, la manutenzione straordinaria dell’Ic statale Rita Atria plesso Gramignani, la riqualificazione dell’ex mercato coperto di via Belfiore, Zuccarelli, Juvara. Valore dell’operazione stimato in 15,8 milioni di euro. E poi c’è la seconda macroarea che prevede un intervento da 4,4 milioni di euro per la realizzazione del Centro urbano per il Servizio sociale territoriale, la riqualificazione di piazza don Puglisi su via Barcellona, della piazzetta comunale con accesso da via Santa Maria delle Salette e da via de Lorenzo, il servizio educativo di strada, animazione territoriale e progetti Get Up, un servizio di mediazione e prevenzione della dispersione scolastica e di prevenzione dell’allontanamento famigliare, un Centro di incontro intergenerazionale a San Cristoforo, il rafforzamento del servizio e del segretariato sociale, la riqualificazione dei locali Rfi nella stazione di Catania Centrale-San Cristoforo.

I progetti per far rinascere Borgo Nuovo a Palermo

Se possibile, la situazione nel quartiere di Borgo Nuovo, nel capoluogo siciliano, è pari se non peggiore a quella che si vive a San Cristoforo a Catania. L’area è stata edificata negli anni ’60. Sessant’anni che si sentono tutti: mancano i servizi, manca in troppi edifici persino l’acqua corrente. Un vero e proprio quartiere dormitorio, un “modello” non certo lusinghiero di certa edilizia italiana nella seconda metà del ‘900. Senza parchi, senza servizi. Qui ci vivono quasi 20mila persone. Un numero che è in perenne decrescita dal momento che, chi può e appena ne ha la possibilità, scappa via.

Anche per la periferia palermitana, il piano presentato dalla presidenza del consiglio dei ministri si snoda su due macroaree di intervento. Si parte da manutenzione straordinaria della chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo (presente all’incontro palermitano il parroco, padre Antonio Garau), riqualificazione di area e sede della circoscrizione, insediamento di edilizia residenziale e social housing, ampliamento del sistema di videosorveglianza, la riqualificazione di palestre scolastiche a Largo Camastra, Piazza San Paolo, via Tindari e via Alia, la riqualificazione dell’ex alloggio custode dell’Istituto Ernesto Ascione. In tutto, saranno investiti poco meno di undici milioni di euro, per la precisione 10,9 milioni. Ma non è tutto. Perché c’è la seconda “gamba” del piano che prevede la rigenerazione del Parco Tindari e del Parco Robinson, la manutenzione straordinaria del complesso sportivo in largo Gibilmanna, la realizzazione di due centri di aggregazione sociale e culturale a via Comiso-piazzale Fausto Pirandello e a Largo Pozzillo, la riqualificazione di aree dismesse e la realizzazione di nuovi spazi pubblici all’aperto a via Modica. In tutto, il costo di questi cantieri assommerà a poco più di 9 milioni per un investimento complessivo stimato in circa 21 milioni di euro. C’è, infine, una terza tranche del progetto che prevede la realizzazione di un campo di calcio a Largo Santa Cristina, la manutenzione straordinaria di rete stradale e marciapiedi, il completamento della manutenzione straordinaria e l’ampliamento della rete di illuminazione pubblica.

Non solo Caivano e Sicilia, un modello per il riscatto delle periferie

Il Piano straordinario di interventi infrastrutturali e di progetti di riqualificazione sociale e ambientale, in cui rientrano i progetti presentati dal sottosegretario Alfredo Mantovano, è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 marzo. Gli interventi sul “modello Caivano”, oltre alla Sicilia, interesserà anche altre zone del Paese e in particolare otto Comuni. Infatti, oltre a Catania e Palermo saranno coinvolti Rozzano a Milano, il quartiere Quarticciolo-Alessandrino di Roma; i quartieri Scampia e Secondigliano di Napoli, Orta Nova nel Foggiano e infine Rosarno e San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria. L’obiettivo, ribadito ancora una volta dall’esecutivo, sarà quello di “offrire in aree di disagio e degrado sociale, come già avvenuto per Caivano, concrete alternative di aggregazione, sportiva e culturale per gli adolescenti, rispetto alle piazze di spaccio”.

Per la realizzazione degli interventi è stata autorizzata, nel triennio 2025-2027, la spesa complessiva di 180 milioni di euro, dei quali 100 milioni di euro per l’anno 2025, 50 milioni per il 2026 e 30 milioni per il 2027, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione. Possono essere utilizzate in co-finanziamento ulteriori risorse che siano messe a disposizione da Regioni, Comuni, altri enti o istituzioni locali e nazionali.

Le parole del sottosegretario: “Alternative sane alla devianza”

“Il cosiddetto modello Caivano non ha la pretesa di sanare in modo immediato problemi che spesso si trascinano  da tempo, ma dimostra che è possibile contrapporre al potere della criminalità e all’emarginazione una diversa convivenza sociale, usando in parallelo gli strumenti del contrasto alla devianza e della riqualificazione, offrendo alternative sane e concrete alla popolazione, soprattutto ai giovani”, ha commentato il sottosegretario Alfredo Mantovano dopo la lunga giornata di lavoro in Sicilia: “Questo si può ottenere lavorando in condivisione, senza modelli imposti dall’alto, e in collaborazione tra tutte le istituzioni ciascuna nelle proprie competenze e possibilità”.


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