Cronaca

Napoli, scontri e feriti fuori la Rai al presidio contro l’ad Sergio

di Angelo Vitale -


A Napoli scontri, feriti e momenti di tensione davanti alla sede Rai di viale Marconi durante il presidio di protesta organizzato da alcuni attivisti dopo la lettera dell’ad Roberto Sergio inviata e letta nel corso di Domenica In in seguito alle parole del cantante Ghali (“Stop al genocidio”) sul conflitto tra Israele e Palestina.
La tensione è salita quando alcuni manifestanti hanno tentato di avvicinarsi ai cancelli della sede di produzione Rai partenopea per esporre uno striscione. La polizia, in assetto antisommossa, ha respinto chi protestava. Ci sarebbero alcune persone ferite colpite dai manganelli.

Al presidio anche l’ex sindaco del capoluogo campano Luigi de Magistris. “Stamattina ero davanti alla Rai per protestare contro l’uso politico della televisione pubblica da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello stato d’Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio”. Così sui social de Magistris. “Il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell’occupazione israeliana, il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai crimini di guerra dei sionisti israeliani, è di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue. Tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io starò sempre dalla stessa parte della storia: per la Palestina libera fino alla vittoria”, ha concluso l’ex pm.

Protestano pure i 5Stelle in Commissione Vigilanza Rai. “Le immagini che giungono da Napoli sono sconcertanti. Dalle prime ricostruzioni la risposta delle forze dell’ordine ai manifestanti appare del tutto sproporzionata. La misura è colma. C’è un clima irrespirabile di regime. Chiediamo a Piantedosi di assumersi la responsabilità di quanto avvenuto e di chiarire cosa abbia reso necessario una simile reazione”. Scrive di “clima pesante” il governatore della Campania Vincenzo De Luca, di “Stato di polizia” Peppe De Cristofaro di AVS, di folla con i volti insanguinati le cui immagini stanno facendo il giro del web il Pd, che si unisce alle richieste di chiarimenti rivolte al ministro dell’Interno.

Chiariscono i loro intenti i manifestanti: “Questa mattina in centinaia eravamo fuori la sede della Rai, una giornata iniziata con le assurde di prescrizioni notificate prima del presidio ad un nostro compagno. Scontri violenti della polizia, diversi feriti nostri: questo è il clima in questo Paese in cui oramai bisogna rimanere in silenzio”. Così gli organizzatori del sit in di protesta siglato Movimento disoccupati 7 Novembre – Laboratorio Politico Iskra – Centro Culturale Handala – SICobas Opg.

“La volontà dei manifestanti – si legge- era consegnare un documento alla direzione della Rai e di esporre uno striscione dinanzi il cancello di via Marconi in cui si denunciava l’assurdo comunicato dell’amministratore delegato che sosteneva l’occupazione israeliana, avallava una versione falsata dell’inizio del conflitto facendolo risalire esclusivamente al 7 Ottobre, senza menzionare le oltre 30mila morti palestinesi, di cui 70% bambini e donne”. “Fermiamo il genocidio: questa – affermano le associazioni- la parola d`ordine delle ultime mobilitazioni ed in vista dello sciopero del 23 febbraio e una grande manifestazione nazionale a Milano il 24 e che si svolgerà contemporaneamente in oltre 30 Paesi”.


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