Ambiente

Nella centrale nucleare del Garigliano “l’attacco” alla testa del reattore

di Angelo Vitale -


Nella centrale nucleare del Garigliano di Sessa Aurunca in provincia di Caserta è stata aperta la parte superiore del vessel, la “testa”, il contenitore d’acciaio nel quale, quando l’impianto funzionava, avveniva la reazione nucleare. Quello che Sogin, all’opera con la controllata Nucleco, chiama l’“attacco al vessel”, l’attività di smantellamento più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo nella dismissione di una centrale nucleare.

In questo modo, si entra nella fase conclusiva del decommissioning nucleare del sito campano. L’apertura del vessel consentirà la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel al suo interno. E permetterà di svolgere le successive operazioni di smantellamento sotto un battente d’acqua, elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza.

Prima di “attaccare il vessel”, era stato necessario svolgere una serie di attività preparatorie fra le quali il ripristino di tutti i sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del circuito di allagamento del canale reattore. Un intervento che, per la sua rilevanza e complessità, è stato svolto sotto la supervisione dell’Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione.

Questa prima fase del programma di smantellamento prevede la rimozione delle attrezzature presenti nella parte superiore del vessel entro il primo trimestre del prossimo anno. A seguire, prenderanno il via i lavori di smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, gli internals.


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