Decine di coloni israeliani hanno attaccato le terre palestinesi a est di Tulkarem, in Cisgiordania. Sono stati dati alle fiamme un edificio industriale, i terreni agricoli circostanti e diversi trattori. Particolarmente violenta è stata l’azione contro un raduno beduino nella zona. L’agenzia di stampa Wafa ha dichiarato che le truppe dell‘Idf arrivate sul posto hanno impedito ai palestinesi di spegnere alcuni incendi.
Le due misure controverse votate dalla Knesset
Il Parlamento israeliano continua a soffiare sul fuoco della rabbia e della frustrazione dei palestinesi. Nella stessa sessione in cui è arrivato il primo sì alla legge per introdurre la pena di morte per i “terroristi”, che secondo Hamas “incarna il brutto volto fascista dell’occupazione sionista canaglia e rappresenta una palese violazione del diritto internazionale”, la Knesset ha anche proceduto alla prima approvazione di una controversa misura tesa a conferire al governo israeliano il potere di chiudere in modo permanente media stranieri senza che vi siano una emergenza o una guerra e in assenza di una richiesta di autorizzazione ai giudici.
Con 50 voti favorevoli e 41 contrari, è passata la proposta presentata dal deputato del Likud Ariel Kallner per rendere permanente la “legge al Jazeera”, che ha consentito nel maggio del 2024 l’interruzione delle trasmissioni della sede in Cisgiordania dell’emittente del Qatar, accusata di fornire una copertura della guerra a Gaza pro Hamas e anti Israele.
Israele vuole silenziare i giornalisti
La consigliera legale della commissione di Sicurezza Nazionale al momento della sua discussione la scorsa estate, aveva dato parere contrario. Adesso il testo, condannato da Reporter senza frontiere come un tentativo del governo di Benjamin Netanyahu di “silenziare le voci critiche alla coalizione di estrema destra al potere e dall’Associazione per i diritti civili in Israele come una violazione del diritto di espressione e di stampa”, torna alla commissione per completare l’iter legislativo che prevede altre due votazioni.
Esulta Ben Gvir
“Sulla buona strada per fare la storia. Lo abbiamo promesso e lo abbiamo mantenuto”, ha scritto su X il ministro della Sicurezza Nazionale Ben Gvir, commentando il via libera all’emendamento al codice penale che ha come scopo quello di “sradicare il terrorismo e creare un forte deterrente”, arrivato con 39 voti favorevoli e 16 contrari. Dovrà superare una seconda e una terza lettura prima di diventare legge.
Lo Stato ebraico rallenta le vaccinazioni a Gaza
Lo Stato ebraico nega l’ingresso a Gaza di beni essenziali, tra cui siringhe per vaccinare i bambini e biberon, impedendo così alle agenzie umanitarie di raggiungere le persone più bisognose. A denunciarlo è l’Unicef, che ha fatto sapere di dover affrontare serie difficoltà nel far arrivare nell’enclave palestinese 1,6 milioni di siringhe e frigoriferi ad energia solare per conservare le fiale di vaccino. Le siringhe sono in attesa di sdoganamento da agosto, ha aggiunto il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia.
Il piano di Trump per gli alloggi a Gaza
L’amministrazione Trump vuole costruire “alloggi temporanei per circa 25mila persone” nella parte della Striscia di Gaza controllata da Israele, oltre la Linea Gialla. A rivelarlo è stato The Atlantic, specificando che il progetto per quelle che vengono chiamate “Alternate safe communities”, comunità alternative sicure, dovrebbe coinvolgere solo palestinesi controllati dallo Shin Bet, il servizio di intelligence israeliano.
Cosa prevede il progetto americano
Stando a una mail citata dal giornale, il generale Patrick Frank, che coordina gli sforzi per applicare il piano di pace di Donald Trump, ha spiegato che ogni centro comprenderebbe un presidio medico, una scuola ed un edificio amministrativo. Un alto funzionario statunitense ha confermato che un nucleo pilota sorgerà in un’area individuata nel sud di Gaza, nei pressi Rafah, su terreni molto probabilmente di proprietà di palestinesi. Ancora una volta non si parla della rimozione della enorme quantità di macerie di guerra presenti. Il dipartimento di Stato avrebbe già dato l’incarico ad una società americana di ingegneria, il cui direttore esecutivo si è recato in Israele per incontrare altri responsabili dell’iniziativa che ha il sostegno dei due inviati di Trump in Medio Oriente, Steve Witkoff e suo genero Jared Kushner, e del governo israeliano.
Una nuova base militare Usa nell’area
Gli Stati Uniti stanno anche pianificando la costruzione di una base militare in Israele, nei pressi del confine con Gaza, che verrebbe usata dalle forze internazionali che dovrebbero essere dispiegate nella Striscia. I costi ammonterebbero a 500 milioni di dollari. La struttura potrebbe ospitare migliaia di soldati.