Attualità

PRIMA PAGINA – I Soumahoragnez e quella sinistra a doppia morale

di Domenico Pecile -


Teniamo per buone le dichiarazioni di Mario Morcellini. Che, da sociologo esperto in comunicazione, affronta il caso-Ferragni sotto questo aspetto, lasciando agli altri l’onere di inserirlo all’interno dello scontro politico. Cosa dice Morcellini? Che chi occupa “posizioni apicali, come un’influencer, dovrebbe avere una diversa compostezza comunicativa. In questa vicenda hanno fatto male tutti, è un raro caso in cui ci si sarebbe aspettati un comportamento più lineare e non incoerente. Il comportamento della Ferragni è stato un gravissimo errore comunicativo”.

E teniamo per buona anche la levata di scudi del Pd a difesa della Ferragni (noblesse oblige), secondo cui – sono le parole della parlamentare Debora Serracchiani: “Giorgia Meloni, che sa usare benissimo la comunicazione, ha anche in questo caso spostato l’attenzione da quello che sono i problemi che lei è chiamata ad affrontare a un altro tema”. Tesi questa rinforzata dalla senatrice Simona Malpezzi secondo cui “forse la politica dovrebbe occuparsi dei problemi che italiani vivono, che non sono sicuramente il pandoro e la pubblicità”. Vero, infatti l’influencer pare non essere rovinosamente scivolata soltanto sui pandori perché, stando alla nuova inchiesta della giornalista Selvaggia Lucarelli, ci sarebbe anche un caso-uova di Pasqua Dolci preziosi, che avrebbe fruttato all’influencer molto più di quanto poi in effetti devoluto per la causa pubblicizzata.

Insomma – visto anche che l’inchiesta esce dalle canne del fuoco amico – il nodo dell’intera vicenda è e rimane essenzialmente politico. Il Pd si trincera così dietro le accuse a Giorgia Meloni di incendiare la vicenda per nascondere i problemi in cui si dibatte il Governo. E se anche questo fosse vero, ciò non sposterebbe di una virgola il problema. In questo caso, un bel tacer…

Ma la Sinistra è in fibrillazione e come spesso è sua consuetudine si trincera dietro la doppia morale per cui certi vizietti sarebbero appannaggio solo della destra. Dunque il problema non è l’autogoal milionario della Ferragni ma l’uso, politicamente legittimo, che il premier ha fatto della storia. Già, due pesi e due misure. Un copione già visto e collaudato: il caso- Soumahoro docet.

Un’inchiesta (in cui non è coinvolto) sulla gestione di due cooperative – finite sotto la lente della magistratura – da parte di moglie e suocera, poi i dubbi su migliaia di euro raccolti per donare giocattoli in un “ghetto” di migranti con pochi minori. Certo, Verdi e Sinistra – che avevano oliato l’ingresso del sindacalista con gli stivali in Parlamento – hanno preteso chiarezza. È mancato però un motto ribellione, una legittima incazzatura, l’urlo di chi si sente tradito, l‘immediata condanna politica e prima ancora morale. Soumahoro era all’oscuro delle attività della suocera Marie Therese Mukamitsindo e di sua moglie Liliane Murekatete? È immune cioè da risvolti giudiziari?

Bene, ma non è la sinistra che in questi casi si affida alla questione dell’opportunità? Opportunità che sarebbe dovuta sfociare in una feroce reprimenda, propedeutica all’invito a Soumahoro a lasciare i banchi del Parlamento. Anche perché sulla vicenda era intervenuta anche la Caritas San Severo per spiegare che alcuni filoni della storia portavano anche al mondo di Soumahoro.

E c’è pure il caso di Luca Casarini che scuote la Sinistra e la sua difficoltà a palleggiare la questione morale. Il vescovo di Modena ammette di avere finanziato la sua Ong con un fondo parzialmente alimentato da 8 per mille. L’ex tuta bianca è finito sotto inchiesta dalla Procura di Ragusa con l’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per il trasbordo di 27 migranti nel 2020. Già, cosa diranno i difensori del politically correct, la cui cultura su questioni come queste è double face? Vedremo. Intanto, se Casarini rischia il rinvio a giudizio, la Sinistra rinvia l’esame interno sulla questione morale.


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