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Prima rata Imu, arrivano le scadenze: “Un peso insopportabile”

Cosa cambia sul tributo per la casa, le novità per i Comuni e per i contribuenti

di Giovanni Vasso -


Ci siamo: è arrivato il tempo di pagare la prima rata Imu ma intanto crescono le voci di chi vorrebbe azzerare il tributo o, quantomeno, vorrebbe spingere il governo a rimodularne peso e importi.

La prima rata Imu

Entro lunedì si deve pagare l’acconto dell’imposta per l’anno 2025 per tutti gli immobili, eccezion fatta, oltre che per le abitazioni principali e relative pertinenze tranne che per le unità immobiliari accatastate come A1, A8 e A9, per le aree fabbricabili, i terreni agricoli. Il 16 giugno si paga l’acconto, per chi preferisce è possibile pagare in un’unica soluzione e il saldo dell’imposta dovrà essere concluso non oltre il 16 dicembre. La prima rata Imu si calcola applicando l’aliquota e la detrazione dei dodici mesi dell’anno precedente mentre il versamento della seconda rata va eseguito a conguaglio sulla base delle aliquote che saranno pubblicate entro il 28 ottobre dal portale del Dipartimento politiche fiscali del Mef.

Cosa cambia per i comuni

Gli enti territoriali non potranno più diversificare liberamente le aliquote legate all’Imu ma le potranno fissare solo sulla base di fattispecie già tipizzate, e dunque espresse chiaramente, nel prospetto da allegare alla delibera e da pubblicare entro e non oltre il 28 ottobre. La delibera di approvazione di queste aliquote, quest’anno, potrà essere redatta solo attraverso l’app messa a disposizione dal Portale del federalismo fiscale. Con questo strumento, i Comuni elaborerannno il prospetto delle aliquote Imu, che andrà a formare  parte integrante della delibera stessa. Esenzioni, riduzioni e agevolazioni già previste dalla legge non dovranno essere inserite nel prospetto dal momento che verranno applicate senza che il Comune possa esercitare alcun margine di discrezionalità.

“Un peso insopportabile”

L’Imu, per i costruttori, è diventata nel tempo un vero e proprio “peso insopportabile” che grava sulle tasche delle famiglie e delle imprese. Ad alzare la voce è stato il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, secondo il quale: “La tassazione patrimoniale sugli immobili, con i suoi oltre 22 miliardi di euro l’anno, è un peso insopportabile per chi se ne deve fare carico, con buona pace di Fmi, Ocse, e Commissione Ue, che ne hanno appena suggerito all’Italia l’incremento”. Una battaglia che gli organismi economici internazionali portano avanti da tempo ma che impatterebbe, sul mercato immobiliare italiano – notoriamente pulviscolare e appannaggio delle famiglie – in maniera devastante. “Chiediamo al Governo di iniziare a ragionare su una sua riduzione, anche per non vedere continuamente incrementato il numero degli edifici ridotti in ruderi”, ha concluso Spaziani Testa.


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