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Radix, l’Italia che non ti aspetti: luoghi, storie e identità secondo Sylos Labini

di Tommaso Martinelli -


Tra i programmi più apprezzati dal pubblico, tra tutti quelli che di recente hanno esordito su RaiPlay, c’è Radix, che si muove in tour da Nord a Sud approdando a Pomezia, Chioggia, Ascoli, Lecce, Casale Monferrato, Norcia e poi ancora a Grosseto, L’Aquila, La Spezia e Trieste. Alla guida del format c’è Edoardo Sylos Labini, accompagnato dalle musiche di Sergio Colicchio, che dirige una compagnia fatta di musicisti, cantanti, attori, intellettuali e grandi personaggi dello spettacolo e della cultura in un caleidoscopio che attraverso suoni, immagini, momenti di interpretazione e interviste, accompagna il pubblico indietro nel tempo. “Radix” è un original Rai Contenuti Digitali e Transmediali con musiche originali del maestro Sergio Colicchio e con la regia di Anna Abbate.

Edoardo, come nasce il progetto Radix?

“Dalla mia conoscenza della provincia italiana, battuta in lungo e in largo in tanti anni di tournee teatrali. L’Italia è fatta per il 90% da piccole città e ognuna di questa oltre ad avere luoghi straordinari, ha dato natali oppure ospitalità a uomini e donne che hanno lasciato un segno indelebile della loro presenza. Personaggi che in tanti non conoscono ma che hanno fatto la Storia del nostro Paese e che spesso hanno anche valenza internazionale”.

Quali sono le città e gli incontri che ti sono rimasti impressi nel corso di questo viaggio identitario?

“In questa prima serie ci sono: Ascoli, Chioggia, L’Aquila, Casale Monferrato, Norcia, Lecce , La Spezia, Trieste e Grosseto. Ma il viaggio comincia nella cittadina dove sono nato e cresciuto alle porte di Roma, Pomezia. Un comune giovane fondato nel 1938 ma che in realtà ha radici molto importanti. Qui infatti sui lidi di Pratica di Mare sbarca Enea dove fonderà l’antica Lavinium, la culla di Roma e dell’Occidente”.

Una città e un personaggio che non sei ancora riuscito a incontrare e che spereresti di farlo in un futuro non troppo lontano?

“Non ce n’è una in particolare perché l’Italia è talmente ricca di poeti, artisti, inventori, santi e navigatori che riscoprirli tutti diventa la missione di una vita, un percorso da tramandare anche alle prossime generazioni”.

Lontano dai riflettori e palcoscenico, com’è una tua giornata tipo?

“Vivo talmente intensamente il mio lavoro che la battaglia culturale che faccio da anni è diventata la mia vita stessa. C’è posto prima solo per mia figlia Luce, un nome non scelto a caso”.

Quale vorresti fosse il prossimo step della tua carriera?

“Ora oltre a portare avanti CulturaIdentità la mia rivista – giunta all’ottavo anno di vita – e la Fondazione Città Identitarie, mi appassiona e stimola la nuova carriera da conduttore televisivo costruita con tanta gavetta. Insomma ora si punta alla prima serata”.

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