Regionali, il test tra Sud e Nord sfide e liste già depositate
Tre regioni, tre destini politici. Campania, Puglia e Veneto, le tessere del mosaico delle regionali di novembre, sono la cartina di tornasole dei nuovi equilibri nazionali tra Giorgia Meloni, Elly Schlein e Matteo Salvini.
In Campania
L’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano apre la sfida per FdI, capolista in una lista consegnata con un errore che fa sorridere e riflettere, “nato nel 1862” prima della correzione, che nasconde una partita seria. Misurerà la capacità del partito di Meloni di attrarre voti di opinione nel Sud. Il centrodestra si affida a Edmondo Cirielli per fronteggiare un campo largo dove Vincenzo De Luca e Clemente Mastella hanno rinsaldato un patto politico e personale per sostenere Roberto Fico. La lista “A testa alta”, ispirata dal governatore uscente, punta a superare il Pd e a garantire la continuità di un potere radicato in ogni provincia. Mastella, con il figlio Pellegrino candidato a Benevento e un messaggio chiaro (“non mi faccio tirare per la giacca da nessuno”), rappresenta l’anima centrista che ancora tiene in equilibrio il centrosinistra campano.
In Puglia
La partita è ancora più ruvida. Antonio Decaro guida un centrosinistra che parte favorito, ma non senza ferite. L’esclusione di Stefano Lacatena dalla lista “Per la Puglia” ha scatenato accuse di “disumanità” e minacce di ritorni. Il presidente uscente Emiliano regge l’equilibrio, ma la diaspora di “Con” e le candidature last minute, dalla nuotatrice Venere Altamura ai socialisti del figlio Tanzarella, raccontano una coalizione disunita ma ancora dominante. A destra, FdI arriva al fotofinish con nomi pesanti e il rischio di spaccature interne. La Lega si affida a Roberto Marti, Noi Moderati schiera Luigi Morgante, ma il consenso personale di Emiliano e Decaro supera di gran lunga i simboli di partito.
Il Veneto
Al contrario, resta il regno del centrodestra e della contesa interna. Luca Zaia si presenta capolista della Lega in tutte le province, per tentare la difficile rimonta su FdI. Meloni punta sul radicamento dei suoi e su candidati simbolo, mentre Flavio Tosi, capolista di Forza Italia, arruola Toni Da Re, ex segretario della Lega espulso un anno fa. Persino Luciano Sandonà, storico leghista, ha attraversato il Rubicone e corre con FdI. È la fotografia di un partito, quello di Salvini, che prova a resistere ma subisce una fuga verso i nuovi poli del potere.
Le previsioni delle regionali
Il pronostico dice 2-1 per il centrosinistra: Campania e Puglia saldamente nelle mani di Fico (De Luca) e Decaro, Veneto con Zaia che accompagna Alberto Stefani alla sua successione, deciso a difendere la roccaforte e la sua leadership. Ma le regionali non sono solo numeri: sono sentimenti, appartenenze, reti di fedeltà. Il 15 novembre a Napoli i leader del centrodestra, Meloni Tajani Salvini Lupi e De Poli, saliranno sullo stesso palco per il comizio finale. Sarà il termometro di quanto resista davvero la coalizione davanti alle ambizioni incrociate. Le urne diranno se il pronostico della vigilia sarà confermato o se il vento di Meloni, partito da Nord, riuscirà a spingersi fino al cuore del Sud.
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