Scuola, Teatro, relazioni ed empatia
Nell’aprile del 2021, poco meno di cinque anni fa, al liceo Carlo Montanari di Verona, fu richiesto a una studentessa di bendarsi per l’interrogazione in DAD (didattica a distanza). Durante l’ora di lingua e letteratura tedesca, la docente si rivolse con queste parole alla studentessa quindicenne: “prenda una sciarpa e si bendi, voglio vedere se ha studiato davvero”.
Il caso fu riportato da tutti i notiziari e quotidiani nazionali come un fatto di cronaca scandaloso, la realtà è che c’è ben altro dietro quel gesto. Anche se in tempi diversi, quell’episodio portò alla luce un problema strutturale del sistema scolastico italiano. Un sistema che si basa sulle nozioni e non sulle capacità di giudizio dello studente.
Il sistema scolastico
Una scuola che non sviluppa abilità critiche, personali, che non educa, nel senso etimologico, dal latino e- e ducere: condurre fuori. Non interessa “educare”, tirare fuori dallo studente qualcosa, bensì omologarlo al programma ministeriale per potergli mettere un voto, poco importa cosa ci sia dietro quel numero. Tutto è finalizzato alla performatività e quindi non c’è da meravigliarsi se un professore si sente autorizzato a bendare uno studente. In Giappone, come in Finlandia, scoprono e già adottano metodi alternativi di pedagogia e insegnamento basati sulla singola personalità di ogni studente, sviluppando al tempo stesso un maggior senso comunitario. In Italia, anche se a rilento, qualcosa sembra muoversi.
“Formare studenti competenti”
Lo scorso luglio il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha parlato di educazione emotiva nelle scuole, attraverso competenze non cognitive e il rispetto reciproco. Affermando l’importanza fondamentale per la promozione della cultura delle relazioni. “Siamo pienamente consapevoli che è fondamentale promuovere tra le studentesse e gli studenti una cultura delle relazioni fondata sull’empatia, sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione delle differenze”. L’obiettivo è formare “studenti competenti ma anche soprattutto persone complete e integrate nel tessuto sociale”, imparando anche a riconoscere e valorizzare le differenze di ciascuno. A gennaio dell’anno nuovo partiranno dei corsi di formazione per i docenti dedicati all’educazione affettiva, in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi.
Scuola e Teatro
Circa duemila scuole, prevalentemente istituti superiori, hanno aderito all’iniziativa. Molti passi in avanti devono ancora essere fatti, l’auspicio è che si passi da una scuola del fare a una scuola dell’essere. Educare all’essere sarà la sfida del secolo e il Teatro in questo ha un potenziale enorme. Lo stesso Valditara ha dichiarato: “Penso che si possa imparare anche la matematica con il Teatro, che ha una funzione fondamentale così come l’arte e la musica”. Il soggetto è stato scritto, ora si attendono gli sviluppi.
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