SPOILER: CORRETE IN SALA – Una battaglia dopo l’altra
Una battaglia dopo l’altra
SPOILER: CORRETE IN SALA

Di Caprio nelle vesti di Pat, un Drugo di “Il grande Lebonski” ma con uno spirito rivoluzionario, Benicio Del Toro nei panni di un Sensei che ricorda una parodia di Steven Segal e due protagoniste forti ma nettamente diverse, Perfidia e sua figlia Charlene, perseguitate da un colonello reazionario intento a ripulire il suo passato per paura di perdere il suo ruolo. “Una battaglia dopo l’altra” bilancia benissimo l’ironia dei suoi personaggi e la gravità della situazione sociale e politica che rappresenta.
Struttura la prima parte come un grande racconto corale per immergerci nella storia di questo gruppo rivoluzionario chiamato “French 75”, la regia e il montaggio sono incalzanti ma funzionali per mettere bene a fuoco determinati personaggi come Perfidia, alla quale dedica la scena d’apertura del film e il colonello Lockjaw, interpretato da uno Sean Penn in forma smagliante padrone della seconda parte del film insieme a Pat. Scriveremo una recensione approfondita di questo film imperdibile per chi ama l’esperienza in sala, per ora basti sapere che in questo film c’è tutto Paul Thomas Anderson, c’è la paranoia, il sesso ridicolizzante per alcuni personaggi, l’autorità e il potere visti in modo freddo e grottesco insieme a una buona dose di ironia.
È uno dei film di Paul Thomas Anderson più divertenti, divertiti ma anche espressivi, manifesto della disillusione di un autore che in vent’anni di riscrittura di questa sceneggiatura si accorge che nulla è cambiato, così come se ne accorge il nostro Ghetto Pat.
I Puffi – Il film
ATTENZIONE: FREGATURA

Chris Miller è un doppiatore e animatore statunitense che naviga ormai da un ventennio nel mondo dei film d’animazione, ha diretto film importanti come il terzo capitolo di Shrek e anche altri modestissimi film come “Il gatto con gli stivali” e “Piovono polpette”.
Nel 2025 firma la regia del film su “I Puffi”, uscito a fine agosto e ancora nelle sale italiane ad inizio ottobre, mentre nel marzo del 2026 uscirà con un secondo film da regista dal titolo “Project Hail Mary”, una commedia fantascientifica con protagonisti Ryan Gosling e Sandra Hüller. Ecco forse che iniziamo a capire quali esigenze hanno spinto Chris Miller a dirigere questo strano cartone che vuole sembrare un finto musical avventuroso d’azione supereroistico, prodotto dalla doppiatrice della protagonista Puffetta, Rihanna.
La trama è irrisoria, il puffo protagonista, chiamato Senza Nome perché senza una caratteristica, riceve dei poteri grazie a un libro magico, lo stesso libro al quale Razamella, il fratello di Gargamella, sta dando la caccia per portarlo all’alleanza dei maghi malvagi: i puffi dovranno ritrovare il Grande Puffo che è stato rapito dai cattivi per sapere dove sia il quarto libro magico mancante. Non c’è tanto da dire, le animazioni hanno sfondi immobili ed anche quando i Puffi si ritrovano a Parigi nel mondo reale, sembrano cartonati posticci, i dialoghi censurano le parolacce usando la parola “puffo” e il colpo di scena finale è anche interessante ma ininfluente per un finale scontato e senza senso.
La voce di Hind Rajab
CI METTO LA FIRMA

“La voce di Hind Rajab” non è un film facile, parliamo di una storia vera grazie alla quale si è riusciti a creare un film che testimonia un massacro in atto e lo fa usando la voce della vittima. Gli operatori della Mezzaluna Rossa a Ramallah hanno registrato la drammatica telefonata di Liyan Hamada, intrappolata in una macchina a Gaza con la cugina di cinque anni Hind Rajab, mentre i tre fratelli e i genitori sono deceduti crivellati dagli oltre trecento colpi sparati sul veicolo dai militari israeliani. La regista tunisina Kaouther Ben Hania ci tiene a ricordarci il nome del file audio in alto alla destra dello schermo, mentre vediamo scorrere la traccia audio sullo sfondo, enfatizzando al massimo gli svariati momenti drammatici di questa ricostruzione documentaristica carica di umanità.
Questa storia, grazie alla sua regia serrata e stretta, trasmette la drammaticità e l’impotenza gli operatori protagonisti inquadrati da vicino e perennemente in attesa di un semaforo verde per i soccorsi alla bambina. Il film compie anche un passaggio straordinario, da cinema di prosa che racconta una tragedia con la voce della vittima a cinema di poesia rievocando con nostalgia l’immagine e il calore della sabbia della spiaggia di Gaza. Candidato ad essere inserito in questa rubrica come film d’autore c’era anche il bellissimo film western di produzione italiana con Alessandro Borghi “Testa o croce?”, ma dato il momento storico era doveroso omaggiare e consigliare la visione in sala di questo film.
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