Stop alle cellule Usa nei Paesi ostili
Sotto esame l'intero portafoglio di ricerca
La Fda ha disposto lo stop a nuovi studi clinici che esportano cellule americane “in Cina e altri Paesi ostili”. Ad annunciarlo è stata la stessa agenzia statunitense in una nota, spiegando che si procederà a una “revisione immediata delle nuove sperimentazioni cliniche che prevedono l’invio di cellule viventi di cittadini americani per ingegneria genetica e successiva reinfusione nei pazienti statunitensi, talvolta senza la loro conoscenza o consenso”.
Protezione rafforzata per i dati genetici sensibili
Il giro di vite, che segna una nuova frontiera delle politiche di sicurezza nazionale, si sarebbe reso necessario perché “alcuni di questi studi non hanno informato i partecipanti sul trasferimento internazionale e sulla manipolazione del loro materiale biologico” all’estero “e potrebbero aver esposto i dati genetici sensibili degli americani all’uso improprio da parte di governi stranieri, compresi quelli avversari”.
Tale pratica, ha dichiarato l’agenzia federale statunitense che regola i prodotti alimentari e farmaceutici, è stata resa possibile da una legge sulla sicurezza dei dati finalizzata sotto l’amministrazione di Joe Biden nel dicembre 2024.
Il pericolo per le cellule è nato con Biden
“Mentre la norma imponeva controlli sull’export per limitare i trasferimenti di dati sensibili verso i Paesi interessati – ha argomentato la Food and Drug Administration – l’amministrazione Biden ha richiesto e approvato un’esenzione che consentiva alle aziende statunitensi di inviare campioni biologici dei partecipanti a trial, incluso Dna, per l’elaborazione all’estero nell’ambito di studi clinici regolamentati dalla Fda. Questa esenzione si applicava anche ai casi che coinvolgevano aziende parzialmente possedute o controllate dal Partito comunista cinese”.
Makary ha garantito massima attenzione
“La precedente amministrazione ha chiuso un occhio e ha permesso che il Dna americano venisse inviato all’estero, spesso all’insaputa dei partecipanti agli studi”, ha accusato il commissario della Fda, Marty Makary. “L’integrità della nostra attività di ricerca biomedica è fondamentale. Stiamo intervenendo per proteggere i pazienti, ripristinare la fiducia del pubblico e salvaguardare la leadership biomedica statunitense”, ha assicurato Makary.
È in atto una stretta collaborazione con i National Institutes of Health (Nih) “per garantire che nessuna ricerca finanziata a livello federale venga compromessa da queste pratiche”.
Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca le cose sono cambiate. Gli ordini esecutivi 14117 e 14292 impongono al governo federale di impedire lo sfruttamento di dati biologici sensibili da parte di avversari stranieri.
“Alla luce delle azioni della Fda e delle nuove informazioni sulle politiche scandalose dell’amministrazione Biden, ha sottolineato il direttore dei Nih, Jay Bhattacharya, i National Institutes of Health stanno esaminando attivamente l’intero portafoglio di ricerca per determinare se qualche studio clinico finanziato a livello federale abbia utilizzato l’esenzione che ha consentito l’invio all’estero di materiale biologico americano per la modifica genetica”.
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