Editoriale

Stranamore de noantri

di Tommaso Cerno -


di TOMMASO CERNO

Tutto comincia a essere più chiaro. Il generale Jack Ripper de noantri, dopo avere visto il dottor Stranamore, il capolavoro di Kubrick, ha deciso che l’Esercito non era più il luogo migliore per lui e punta dritto a un posto per le elezioni europee del 2024. Il che aggiunge al graduato costituito dal comando dopo gli sproloqui su gay ed ebrei, un grande classico degli ignoranti, un elemento in più. Non è solo l’esempio dell’italiano medio arrivato troppo in alto a cui non regge più la brocca, ma pure l’esempio di quello che usa il suo ruolo per cercarsene un altro. Esattamente il contrario di quello che prevede qualunque etica militare, qualunque divisa che ha come funzione primaria rappresentare la bandiera e lo Stato per difendere la comunità dei cittadini che vi abitano.

E invece in questa Italia ribaltata siamo noi cittadini a doverci difendere da loro. Da personaggi che alla fine sono la maschera italiana contemporanea a cui ci siamo abituati. Erano partiti i magistrati a trasformare le inchieste in campagne elettorali, per poi prendersi posti chiave nel Parlamento e nel mondo politico. E lasciando i loro colleghi bravi, quelli che della parola terzietà non si riempiono la bocca ma riempiono i fatti, lavorare senza magari nemmeno mai comparire da nessuna parte. Fortunatamente il Paese se ne è reso conto e sta cominciando a chiedere con forza che la magistratura torni a fare il suo lavoro. Poi ci si sono messi i medici in tempo di pandemia, che dopo averci segregati in casa come unico modello di cura, si sono candidati alle elezioni. Alcuni sono stati trombati, segno che il Paese è più maturo dell’epoca di Tangentopoli, altri continuano nella loro galoppata mediatica lasciando i medici sotto organico ed infermieri che non sono mai abbastanza a fare i conti con una sanità a cui la politica negli ultimi 10 anni ha tolto 30 miliardi.

Adesso deve essere venuto il turno dei soldati. D’altra parte in tempo di guerra, dopo avere predicato per 70 anni la pace e il mondo che si abbraccia, è anche giusto che tocchi a loro. Vediamo in quanti si stancheranno.

Perché il Paese si è stancato delle parole. Si è stancato delle statistiche. Si è stancato dell’economia che cresce sulla carta ma poi il conto in banca del padre di famiglia va in rosso. Si è stancato dell’elemosina di Stato, è stufo di fare la spesa con il bonus zucchine con il bonus melanzane, e poi fare il pieno con il bonus benzina. Gli era stato promesso, e lui aveva lavorato e pagato le tasse, un mondo in cui con il lavoro si poteva campare, senza che lo Stato si trasformasse in una specie di elemosiniere che poi tanta elemosina non dà, visto che i soldi con cui taglia l’Irpef li prende comunque nelle tasche dei conti correnti di quelli a cui li elargisce.

E’ questo mondo ribaltato che bisogna riprendere in mano, bisogna dirsi con franchezza che la grande economia che ha dominato le scelte della politica nell’ultimo ventennio ha fatto più errori di quanti ne vogliamo ammettere. Ha depotenziato i governi sia nazionali che comunitari. Ha fatto semplicemente i propri affari. Li ha fatti con la pandemia, li sta facendo con la guerra e si appresta a farli con la grande emergenza climatica che, siamo pronti a scommetterlo, peserà più che mai sulle famiglie normali. In questo quadro il sistema bancario che era il Tempio del mondo finanziario traballa in tutto l’Occidente. Dagli Stati Uniti fino all’Europa i tassi sono alle stelle e non incidono minimamente sulla vita reale, segno che le grandi regole su cui abbiamo basato le nostre decisioni sono cambiate e la grammatica della finanza classica rende impossibile il connubio tra le scelte economiche di sviluppo e la sopravvivenza. Per non parlare di una vita decente, di gran parte della popolazione normale.

A questo si aggiunge la Cina, grande colosso dai piedi d’argilla che ora rischia di farci grosse sorprese. Mentre il mondo si riorganizza e prova a fare a meno degli Stati Uniti e dell’Europa. Non perché non sappiano tutti che siamo i continenti più avanzati, ma perché non si fidano più di noi, della nostra parola che non vale niente, visto che è stata data a vanvera persino a chi quei governi li ha votati. Ed è in questo quadro che alle elezioni europee rischiamo di trovarci il generale Vannacci, lasciatemelo dire la ciliegina sulla torta di questo patatrac democratico.


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