Tatiana “scomparsa”: la sua leggerezza, un danno per tutte le donne
Ha detto "Non ho fatto nulla" ma aveva scelto la scena mediatica per la sua sparizione
Tatiana Tramacere scomparsa a Nardò il 24 novembre: la sua leggerezza, un danno per tutte le donne.
Esce di casa e di lei non di sa più nulla. La famiglia la chiama ripetutamente, il suo telefono non squilla. I carabinieri avviano le ricerche. Gli investigatori acquisiscono tabulati e chat, controllano amicizie e i suoi percorsi abituali. I media arrivano a Nardò prima di ogni esito degli accertamenti.
Tatiana scomparsa a Nardò
Ogni post sui suoi social diventa un indizio, ogni like diventa un segnale. La vicenda si trasforma, come sempre più frequentemente accade, in un palcoscenico. La 27enne diventa quasi un brand, sicuramente un trend sui social più seguiti. Le immagini e i commenti alimentano la narrativa, il pubblico televisivo interpreta e giudica. La realtà, in questo modo, sfaldata sotto la pressione dello spettacolo.
Le dirette tv pomeridiane e serali commentano ogni dettaglio. La cronaca, così, è solo intrattenimento. Il 29 novembre, la denuncia ufficiale accelera il clamore. Dragos, un suo amico, l’ultimo ad averla vista e incontrata. I tg e le dirette cominciano a mostrarlo in loop. La strada davanti al suo condominio si riempie. Le telecamere scrutano ogni finestra.
La folla, due sere fa, urla e commenta senza sapere. Sempre due sere fa, la falsa notizia: Tatiana ritrovata cadavere altrove. Nessuno verifica, ma la canea sotto casa di Dragos diventa un inferno. Le troupe televisive riprendono tutto, gli algoritmi moltiplicano la tensione che si fa spettacolo. Poi arriva la verità. Tatiana è viva, nascosta in uno stanzino collegato alla mansarda di Dragos: “Non ho fatto nulla”.
Lo spettacolo
Dragos sempre più compreso nel suo ruolo, davanti alle telecamere legge testi scritti. Tatiana conferma di essersi allontanata volontariamente. Dragos aggiunge: “È stata lei ad organizzare tutto e a chiedermi di aiutarla perché diceva che ero l’unico di cui si fidava”.
I media catturano ogni parola. Le agenzie rilanciano. Ogni dettaglio diventa notizia. Il fratello interviene: “Oggi ci siamo svegliati con un sorriso. Tatiana sta riposando, sta bene. Ha bisogno della vicinanza della famiglia. Non vogliamo stressarla”. Ma dalla poesia dei suoi scritti sui social, la storia trasformatasi in farsa, è ora per sempre macchiata dall’ombra di errori e leggerezze.
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Una leggerezza che danneggia tutte le donne
La scelta di Tatiana danneggia le donne. Tutte le donne, a partire da quelle che subiscono violenza. Da oggi ogni scomparsa misteriosa porterà con sé l’ombra di questa storia. I suoi follower eventualmente aumentati non riparano il danno. Questa vicenda resterà nella memoria collettiva per Tatiana che ha scelto la scena mediatica per la sua sparizione.
Ha scelto il rumore, che diventa un danno collettivo. Ogni cronaca futura porterà il ricordo del suo gesto. Ogni sospetto di scomparsa passerà attraverso l’ombra di quello stanzino dove ha detto “Non ho fatto nulla”. Se una fragilità diventa spettacolo, il danno è sociale. E, come sempre, il rischio è culturale.
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